“Che noia, che barba, che barba, che noia…”
Con queste parole, sussurrate da Sandra Mondaini tra un litigio e una carezza, si aprivano le puntate di Casa Vianello, la sitcom italiana per antonomasia. Ma se Raimondo e Sandra sono diventati un’icona del piccolo schermo, è anche grazie allo sfondo costante e riconoscibilissimo del loro condominio milanese: un microcosmo borghese, fatto di scale linde, citofoni insistenti e vicini troppo presenti.
In altre parole: il condominio italiano per eccellenza.
Un interno borghese… troppo familiare
Lo stile è inconfondibile: parquet lucido, tappeti orientali, tende pesanti e lampade da salotto.
L’appartamento di Raimondo e Sandra è il prototipo dell’abitazione borghese anni ’80-’90, perfetta nella sua prevedibilità. È lì che si svolge il 90% delle vicende. Ma la vera anima “condominiale” si intravede appena oltre la porta d’ingresso: il pianerottolo, l’ascensore, la portineria, e soprattutto… i vicini.
La portineria come centrale operativa
In ogni episodio, prima o poi, qualcuno suona al citofono o si presenta alla porta:
- la vicina ficcanaso,
- il portiere onnisciente,
- il parente invadente,
- il tecnico che entra e rovina tutto.
La portineria non si vede quasi mai, ma è sempre presente: è il luogo in cui si spettegola, si fanno raccomandazioni, si crea la tensione narrativa. In molti condomìni reali, funziona ancora così.
L’ascensore: teatro di silenzi e tensioni
In Casa Vianello, l’ascensore è uno dei luoghi più “vivi”:
- Sandra lo prende per fuggire dalle grane domestiche
- Raimondo lo usa per evitare Sandra
- Spesso è bloccato, rotto, affollato: insomma, realistico
Come in ogni condominio che si rispetti, è lo spazio dove si incrociano destini, si consumano imbarazzi e si evitano (male) i vicini.
I vicini, comparse fondamentali
Raramente hanno un nome, ma sono sempre lì. I vicini di Casa Vianello sono:
- curiosi,
- invadenti,
- rumorosi,
- o troppo silenziosi da far sospettare qualcosa.
In fondo, rappresentano tutti quei “tipi umani” che popolano i condomini italiani: dal pensionato che vuole chiacchierare all’ora di cena, alla signora che ascolta dietro la porta, passando per chi parcheggia sempre nel posto sbagliato.
Condominio = teatro della vita (e della coppia)
Il vero cuore della serie è ovviamente la coppia: Raimondo e Sandra si amano, si detestano, si ignorano, si cercano.
Ma la dinamica domestica non sarebbe così irresistibile se non fosse incorniciata dalla vita condominiale, che la moltiplica e amplifica:
- le visite inattese
- i problemi condivisi (rumori, spese, guasti)
- le rivalità tra condomini
- la fatica del vivere insieme… ma anche il bisogno dell’altro
Un condominio perfetto per raccontare la commedia umana, con i suoi tic, le sue nevrosi e le sue piccole grandi tragedie quotidiane.
Un modello (troppo) riconoscibile
Se l’appartamento di Friends è un sogno, quello di Casa Vianello è terribilmente reale.
Tutti ci siamo sentiti almeno una volta come Raimondo, infastiditi dal vicino che bussa troppo tardi, o come Sandra, esasperati dal marito che fa finta di dormire per non scendere all’assemblea.
E in fondo, il successo della serie sta anche lì: nel mostrare la convivenza vera, quotidiana, senza filtri, ma con tanta ironia.
Quel condominio siamo noi
Casa Vianello ha rappresentato per anni l’Italia di mezzo: né troppo ricca né troppo povera, né troppo rumorosa né davvero silenziosa. Un’Italia fatta di routine, scontri buffi, porte che sbattono e citofoni che suonano mentre si è in pigiama.
Un condominio, insomma. Il nostro.
E anche se oggi ci sembra superato, basta rivedere un episodio per capire che quell’appartamento, quel pianerottolo, quel citofono… ci assomigliano ancora moltissimo.
Redazione