venerdì, 14 novembre 2025

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Dal pianerottolo alla tavola: come il GAS condominiale può cambiare la vita (e la spesa)

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Immaginate questa scena: domenica mattina, ore 9:30, nell’androne del vostro condominio.
La signora del secondo piano arriva con un sacchetto pieno di mele biologiche, il ragazzo del quarto distribuisce pacchi di pasta artigianale, mentre dal piano terra sbuca il profumo inconfondibile del pane a lievitazione naturale. Non è un sogno né l’inizio di una serie tv ambientata tra orti urbani e terrazze solidali. È la realtà di un GAS condominiale. E no, non stiamo parlando della bolletta.

Un Gruppo di Acquisto Solidale nasce quando persone che abitano vicine spesso nello stesso palazzo – decidono di unire le forze per acquistare insieme beni e servizi, scegliendo fornitori locali, prodotti etici, sostenibili e diciamolo – anche più buoni.

Il cortile come piazza del mercato

Il bello del condominio è che tutti ci passano, ma pochi si fermano.
Con un GAS condominiale, invece, il cortile torna a essere uno spazio vivo, partecipato, utile. Non più solo il posto dove inciampare nel triciclo dimenticato o sbuffare per il motorino parcheggiato male. Ma il punto di incontro dove si ritirano le verdure del contadino, si ordina il riso integrale in sacchi da 5 kg, si condividono ricette e magari anche un sorriso.

Ma chi lo organizza?

Spoiler: non serve un guru dell’economia circolare. Bastano un paio di vicini motivati, un gruppo WhatsApp e un po’ di spirito collaborativo.

Il bello del GAS è proprio la semplicità. Si sceglie un prodotto (dalla frutta al detersivo), si contatta un fornitore diretto (magari un piccolo produttore locale), si fa un ordine cumulativo e si divide la consegna. Ognuno contribuisce come può: c’è chi tiene i conti, chi stampa i volantini, chi sorveglia le cassette lasciate nell’atrio.

Risultato? Prezzi più bassi, meno imballaggi, rapporti umani veri. E anche qualche scambio del tipo: “Ti sei preso tu il mio cavolo cappuccio?”.

Solidarietà non è solo una parola

Il termine “solidale” non è lì per bellezza.
Significa fare scelte consapevoli, sostenere piccoli produttori, preferire filiere corte, ridurre l’impatto ambientale. Ma anche – e forse soprattutto – creare legami tra persone che condividono lo stesso tetto, ma spesso non si sono mai davvero parlate.

Un GAS condominiale trasforma il “buongiorno” frettoloso dell’ascensore in una conversazione vera.
“Ti è piaciuto quel formaggio di capra?”
“No, ma le arance erano da urlo.”
E così, piano piano, si ricuce il tessuto sociale che spesso nei palazzi si è un po’ slabbrato.

Cosa si può comprare

Tutto, o quasi. Ecco alcuni esempi di prodotti che un GAS condominiale può includere:

  • Frutta e verdura biologica di stagione
  • Latte, formaggi, uova da aziende agricole locali
  • Pasta, riso, farine artigianali
  • Detersivi ecologici sfusi
  • Carne e pesce selezionati (con attenzione alla conservazione)
  • Saponi naturali e prodotti per l’igiene
  • Persino… servizi in comune, come il giardiniere, il tecnico caldaie o la baby sitter!

E i vantaggi?

  1. Risparmio economico: gli acquisti collettivi permettono di abbattere i costi.
  2. Qualità garantita: scegliendo piccoli produttori, si riduce la distanza tra campo e tavola.
  3. Meno plastica e meno sprechi: tanti GAS usano contenitori riutilizzabili e packaging minimo.
  4. Più socialità: si crea una rete di relazioni che migliora il clima (non solo quello termico) condominiale.
  5. Educazione al consumo: si impara a leggere le etichette, a fare domande, a scegliere meglio.

E l’amministratore?

Può essere un grande alleato. Anche se, in genere, non è necessario coinvolgerlo formalmente, alcuni amministratori illuminati hanno già iniziato a sostenere attivamente i GAS: concedendo l’uso di uno spazio comune per la distribuzione, coordinando la comunicazione, o semplicemente facilitando il dialogo tra i condomini.

E se nessuno partecipa?

Tranquilli. Non serve coinvolgere tutti e venti i proprietari (anche se sarebbe bellissimo). Basta iniziare con un piccolo nucleo: tre o quattro famiglie. L’entusiasmo è contagioso. Dopo le prime cassette di mele, qualcuno chiederà “posso unirmi anch’io?”. E così il GAS cresce.

Ma funziona davvero?

Sì, e non solo sulla carta.
Nella provincia di Varese, ad esempio, molte realtà fanno già parte della rete dei Distretti di Economia Solidale, che promuove modelli di consumo partecipati, responsabili e concreti. Alcuni GAS nascono in interi quartieri, altri proprio dentro a palazzi o piccoli complessi residenziali.

Come in quel condominio di Gallarate dove, ogni sabato, l’androne diventa un piccolo mercato contadino in miniatura. Oppure in quella corte a Tradate dove i bimbi aiutano a dividere le uova nei cestini, imparando – forse – che la spesa può essere un atto di comunità.

Conclusione: la rivoluzione parte dal pianerottolo

In un’epoca in cui tutto sembra complicato, caro lettore, il GAS condominiale è una di quelle idee semplici, gentili e profondamente intelligenti.
Un modo per fare la spesa… ma anche per ricostruire il senso del vivere insieme.

E poi, diciamolo: è molto più facile convincere i vicini a condividere una cassetta di zucchine che una riunione straordinaria sulle grondaie

Redazione

10-12 OTTOBRE | VARESE - Palazzo Estense

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