giovedì, 4 settembre 2025

ULTIMI ARTICOLI

E se la bacheca non fosse solo una bacheca?

Gli attimi senza respiro, la frenesia e i ritmi sempre più serrati ci portano a dare per scontato molte cose. Troppe. Si corre, si è intrappolati tra mille stimoli e attività, e i momenti di riflessione non sono mai contemplati. Perché? Forse fermarsi fa paura. Ma lo ritengo profondamente necessario. Ogni cadenza può essere ridefinita, migliorata e riconsiderata. E non solo quello.

Quanti di voi attraversano gli androni delle scale talmente velocemente da quasi dimenticarsi come sono fatte? A momenti nemmeno si conosce il volto del vicino di casa, figuriamoci gli androni e gli spazi comuni. Tanto, ed è pensiero comune, ci sarà sempre una dirimpettaia pronta a darci tutti gli aggiornamenti del caso. Anche se, sempre più frequentemente, non abbiamo più tempo nemmeno di ascoltare i sani pettegolezzi e le petulanti lamentele dei condomini che hanno sicuramente più tempo di noi nell’ascoltare e nel verificare ogni cosa. Dallo stato di eventuali lavori in corso fino al turnover dei nuovi arrivati. Ma in tutto questo c’è una presenza silenziosa e costante: la bacheca, spesso affissa all’ingresso, giace abbandonata e in polverosa staticità.

Avete presente? Quella sorta di loculo che contiene il dimenticatoio condominiale. Dove abitavo precedentemente ci mettevano anche gli annunci funebri talvolta, e i santini dei condomini che erano passati a miglior vita. A vederla, all’ingresso, la vitalità sprizzava da ogni poro. Oltre che essere oggetto di spauracchio da parte di moltissime persone.
Non una presentazione bellissima, in ogni caso. Eppure, vi è sempre una costante riguardo questo piccolo angolo di condominio. Nessuno che sembra curarsene: lei è li, ricolma di comunicazioni datate e mai lette. Ma se si potesse cambiare qualcosa? Impossibile, direte. In fondo, chi se ne cura?

Eppure, sotto i nostri occhi ci sono esempi di quanto si possano ravvivare le cose. Pensiamo non appartenga a noi, mentre invece fa parte della nostra comunità e come tale può essere assolutamente ravvivata a dovere. Attraverso uno degli strumenti più straordinari che l’uomo possiede. Un modo per dare voce alla cultura anche in frangenti diversi. A partire da ciò che abbiamo letteralmente sempre sotto gli occhi ogni giorno e scrolliamo senza sosta. Sui social pensiamo regni una povertà intellettuale incredibile eppure ci sono esempi calzanti a tal proposito. I post hanno un limite di parole e chi li pubblica non presta nemmeno attenzione alla punteggiatura e alla grammatica. Quanti verbi senza la h ho visto in questi anni, con tristezza e anche rabbia. Perché abbiamo uno strumento importantissimo e che possiamo plasmare a nostro piacimento nel migliore dei modi. Avete dato un’occhiata al gruppo La Varese Nascosta ultimamente?

È davvero qualcosa di sinergico, unico e comunitario al tempo stesso. Composto da persone con tantissima voglia di conoscere, esplorare e condividere e popolato da utenti che a loro volta raccontano aneddoti, suggeriscono e interagiscono. Una comunità virtuale a tutti gli effetti che cresce e si evolve da oltre 10 anni. E che non si ferma mai. Sono in calendario un sacco di eventi di ogni genere: dagli aperitivi letterari, alle mostre e alle conferenze su temi molto importanti per la città. Aggiornati, rivisti, creati e che riscuotono sempre un grande successo.

Il mese di settembre, ad esempio, si presenta con un calendario ricco e concentrato di attività. Emblema di come si possa ridefinire una funzione e rendendola migliore ed unica. Perché una bacheca condominiale non può diventare fulcro di un nucleo abitativo? Spazio di condivisione, vivo ed animato da tutti. Non più obsoleto, ma centro nevralgico di ogni attività. Popolato sia da comunicazioni di natura organizzativa, ma anche di natura socioculturale. Oppure anche punto di book crossing. Sono tante le idee che possono scaturire in un posto che sembra essere un semplice spettatore della vita condominiale. Nulla deve essere mai dato per scontato, perché può trasformarsi in un limite apparentemente invalicabile. Si può fare di più, in moltissimi sensi. Basta andare oltre l’apparenza e riconoscere che le cose non sono mai come appaiono ad una prima impressione. La prima impressione può essere sempre rivista e reinterpretata.

Maria Francesca Nicolò