L’Italia abita in condominio. Più del 70% della popolazione vive in palazzi condivisi, dove le mura divisorie non separano soltanto spazi, ma anche abitudini, classi sociali, culture, generazioni. Il condominio è il microcosmo per eccellenza del nostro tempo: un piccolo laboratorio di società, dove ogni giorno si sperimentano, in forma ridotta, le tensioni e le possibilità del vivere collettivo.
Una comunità forzata
Nato come semplice necessità urbanistica, oggi il condominio è diventato uno spazio sociale complesso. Qui si intrecciano vite che raramente si scelgono ma devono comunque convivere.
La riunione condominiale è il Parlamento domestico: si discute di spese, rumori, antenne, ascensori, ma in realtà si parla di potere, fiducia e rispetto reciproco.
Dietro le liti sui millesimi o sull’uso del cortile si nasconde spesso un problema più profondo: la difficoltà di costruire comunità in un’epoca di individualismo.
Un mosaico di diversità
Nei palazzi italiani convivono pensionati che custodiscono le chiavi della memoria, giovani famiglie in cerca di stabilità, studenti fuorisede, migranti che portano lingue e profumi nuovi nelle scale.
Questo intreccio produce a volte attriti, ma anche forme spontanee di solidarietà: un piatto lasciato sulla soglia, un passaggio in macchina, un aiuto con i pacchi della spesa.
Nei cortili delle grandi città si riscopre, in piccolo, una società multietnica che riflette la trasformazione culturale del Paese.
La solitudine dietro le porte
Eppure, mai come oggi, il condominio è anche luogo di isolamento.
Ci si saluta distrattamente, si comunica più via chat che dal vivo, e molti anziani vivono circondati da vicini che non conoscono. Durante la pandemia, l’affacciarsi ai balconi per cantare insieme è stato un momento simbolico: ha mostrato la voglia latente di relazione, ma anche la sua fragilità.
Il futuro del vivere insieme
Nuove forme di abitare stanno nascendo: cohousing, condomìni solidali, spazi comuni ripensati per favorire la socialità.
In alcune città si sperimentano amministrazioni partecipate e progetti culturali condominiali, segno che la convivenza può diventare occasione di crescita collettiva, non solo un obbligo.
Il condominio, con le sue dinamiche spesso caotiche e contraddittorie, è dunque una lente potente per leggere l’Italia di oggi: un Paese che fatica a trovare equilibrio tra libertà individuale e responsabilità condivisa, ma che continua — nonostante tutto — a cercare modi per abitarsi, insieme.
Redazione