giovedì, 4 settembre 2025

ULTIMI ARTICOLI

La vita in condominio nel panorama televisivo: Un Posto al Sole

C’è un condominio, il magnifico Palazzo Palladini affacciato sul Golfo di Napoli, che da quasi trent’anni e da più di seimila puntate, racconta l’Italia. Non tanto l’Italia dei tramonti mozzafiato, dei panni stesi, delle antichità e delle modernità, ma quella dei conflitti quotidiani, delle seconde, e terze, possibilità, delle famiglie allargate, dei tradimenti, delle riappacificazioni, delle rinascite.

Uno schermo sulla quotidianità

Un Posto al Sole” non è solo una serie televisiva: è un appuntamento quotidiano, un’abitudine affettuosa per milioni di spettatori che non solo si appassionano alle vicende dei protagonisti ma vi si immedesimano, perché il Palazzo Palladini, da sempre punto focale della narrazione, non è solo un edificio composto da unità immobiliari con i problemi tipici dei condomini: le spese condominiali, il lavoro del portinaio, i bambini che giocando fanno rumore; Palazzo Palladini, come tutti i condomini, è un microcosmo,  sapientemente coordinato dal portiere/giardiniere/factotum Raffaele. E’ un luogo dove si intrecciano vite, si affrontano drammi e si favoriscono le relazioni umane. Ogni porta nasconde una storia. Il terrazzo dove si stendono i panni, a prescindere dalla propria condizione sociale ed economica, è il luogo delle confidenze, delle chiacchere, delle liti e degli sfoghi.

Dal 1996 questa soap opera, quasi interamente realizzata negli studi RAI di Napoli, ha saputo inserire all’interno dei temi tipici dell’intrattenimento anche una narrazione sociale, inserendo nella trama di volta in volta anche l’attualità: l’immigrazione, l’integrazione, la malattia, la violenza domestica, la giustizia, il lavoro. Il tutto senza mai perdere il contatto con la città in cui è ambientata, Napoli, protagonista silenziosa e accattivante.

La vita nel Palazzo Palladini

Vi sono personaggi, soprattutto tra gli attori più giovani, che abbiamo visto crescere e diventare adulti e stimati professionisti; vi sono peraltro quegli attori “storici” presenti dall’inizio della serie, che hanno interpretato figure iconiche e rappresentative delle varie classi sociali e diversi caratteri.

Citiamo solo alcuni esempi: il vigile urbano Guido, ironico e buono di cuore, che rappresenta uno spirito popolare e affettuoso; il commercialista Renato Poggi, uno dei pilastri della narrazione, spesso coinvolto in trame familiari e giudiziarie; la sua ex-moglie Giulia, assistente sociale, madre e nonna affettuosa, spesso portavoce di tematiche sociali importanti, insieme alla figlia Angela e al figlio adottivo Niko, divenuto uno stimato avvocato; il già citato portinaio Raffaele, che distribuisce la posta, cura il giardino, sa tutto di tutti; Marina Giordano, una donna forte, elegante e controversa, regina degli intrighi ma anche simbolo di rinascita; il giornalista Michele Saviani, sempre impegnato sul fronte della giustizia e della verità, voce importante della coscienza civile e marito di Silvia Graziani, storica titolare del Caffè Vulcano, ambiente sociale animato che fa da contraltare alla quiete del Palazzo Palladini.

Come non citare Alberto Palladini, appartenente alla storica famiglia proprietaria del palazzo e adesso caduta in rovina, un uomo controverso, sfortunato anche se spesso responsabile delle proprie sfortune. E, ultimo ma non ultimo, Roberto Ferri, forse il personaggio più affascinante e ambiguo: un imprenditore spietato, elegante, calcolatore e manipolatore, uomo di potere e allo stesso tempo anima tormentate, così come i suoi amori.  Il lupo solitario, l’uomo che non ha mai smesso di cercare il proprio “posto al sole”.

Raffaella Cremonesi