Quando la polvere diventa argomento di assemblea
C’è chi discute di bilanci, chi di ascensori, chi di lavori straordinari.
Ma nulla accende gli animi di un condominio come la pulizia delle parti comuni.
Una macchia nell’androne o una ragnatela nel vano scale possono scatenare più tensione di una riunione d’assemblea in piena estate.
La pulizia condominiale non è solo una questione estetica: è una delle basi della convivenza civile.
Eppure, ogni condominio ha la sua “storia sporca”:
la ditta che non arriva mai in orario, il vicino che lascia impronte artistiche nel corridoio appena lavato, o l’amministratore costretto a fare da arbitro tra chi “pulisce troppo” e chi “non pulisce mai”.
Ma, al di là dell’ironia, capire come funziona davvero la gestione delle pulizie in condominio — chi paga, chi decide e chi controlla — è fondamentale per vivere serenamente sotto lo stesso tetto.
Pulizia condominiale: un dovere condiviso (anche se non piace a tutti)
La pulizia delle parti comuni — androni, scale, cortili, corridoi, ascensori e aree esterne — è una delle spese ordinarie e necessarie per mantenere il condominio in condizioni decorose e sicure.
È regolata dagli articoli 1117 e seguenti del Codice Civile, che definiscono le parti comuni e stabiliscono che tutti i condomini devono contribuire alle spese di manutenzione e pulizia, in proporzione ai millesimi di proprietà.
👉 In parole semplici: anche se abiti al piano terra e non usi mai le scale, devi comunque pagare la tua quota.
La pulizia è un servizio di utilità collettiva, e come tale coinvolge tutti.
Pulizie fai-da-te o ditta specializzata?
La domanda divide i condomini da sempre.
Meglio affidarsi a una ditta di pulizie professionale, o gestire il tutto in autonomia, magari a turno tra i condomini più volenterosi?
La risposta dipende da diversi fattori:
- Dimensione del condominio: nei piccoli palazzi (fino a 4 unità) si può ancora gestire in modo “casalingo”.
- Disponibilità dei condomini: qualcuno deve comunque occuparsene con regolarità.
- Livello di igiene richiesto: se ci sono aree comuni molto frequentate, serve un servizio professionale.
In molti casi, l’assemblea decide di affidarsi a una ditta, anche per una questione di sicurezza, assicurazione e responsabilità.
Ma ogni tanto qualcuno propone il “vecchio metodo”: turni settimanali con secchio e mocio.
Un’idea nobile, finché non arriva la prima vacanza di Ferragosto o il primo litigio su chi “ha pulito male”.
Come si sceglie la ditta di pulizie condominiali
La decisione spetta all’assemblea condominiale, su proposta dell’amministratore.
È buona pratica richiedere più preventivi, valutando:
- la frequenza degli interventi (una o più volte a settimana),
- i prodotti utilizzati, meglio se ecologici,
- la copertura assicurativa del personale,
- la presenza di referenze o certificazioni.
Il contratto deve essere chiaro e dettagliato: indicare gli spazi da pulire, i giorni, gli orari e la durata del servizio.
Meglio se è previsto un registro di presenza: uno strumento utile per verificare che la ditta sia effettivamente passata (e non solo “profumata”).
I controlli (e i “detective del detersivo”)
In ogni condominio c’è almeno un “ispettore delle scale”: quella figura mitologica che, al mattino presto, verifica con sguardo critico se la ditta ha passato il panno nel punto giusto.
Battute a parte, è importante che l’amministratore supervisioni il servizio, segnalando eventuali inadempienze e chiedendo interventi correttivi.
Molti amministratori, oggi, utilizzano app digitali per gestire i servizi comuni, permettendo ai condomini di segnalare con una foto eventuali problemi o disservizi.
Un modo moderno per evitare discussioni infinite su WhatsApp condominiale.
Come si dividono le spese di pulizia condominiale
Le spese di pulizia vengono suddivise in base ai millesimi di proprietà, salvo diversa decisione del regolamento condominiale.
Ciò significa che chi possiede più metri quadrati paga di più, indipendentemente dall’uso effettivo.
Tuttavia, in alcuni casi, l’assemblea può stabilire criteri diversi, ad esempio:
- divisione per scale o blocchi se il condominio ha più ingressi;
- ripartizione a testa nei piccoli edifici;
- esclusione di alcune aree (come garage o depositi) se non hanno accesso diretto alle scale comuni.
👉 Il consiglio degli esperti: formalizzare tutto in assemblea e verbale, per evitare futuri contenziosi.
📎 Leggi anche: Come si ripartiscono le spese ordinarie in condominio
Igiene, sicurezza e salute: non solo estetica
La pulizia condominiale non serve solo a “fare bella figura”.
Un ambiente pulito e igienizzato riduce il rischio di:
- scivolate e incidenti dovuti a sporco o umidità,
- muffe e cattivi odori,
- presenza di insetti o roditori,
- infezioni batteriche, soprattutto in edifici con molti abitanti.
Inoltre, dopo l’esperienza della pandemia, la percezione dell’igiene condominiale è cambiata: molte assemblee hanno aumentato la frequenza delle pulizie, includendo anche maniglie, pulsanti e corrimano.
Prodotti ecologici e rispetto dell’ambiente
Sempre più condomini scelgono di affidarsi a ditte che utilizzano prodotti ecologici e biodegradabili.
Non solo per rispetto ambientale, ma anche per il benessere dei residenti: meno allergie, meno residui chimici e aria più pulita.
È un segno di modernità e civiltà: un condominio “green” è anche un condominio più consapevole.
📎 Approfondisci: Come rendere il tuo condominio più sostenibile
Le liti più famose (e curiose) sulla pulizia condominiale
Ah, il condominio: una miniera inesauribile di aneddoti!
Tra le dispute più divertenti raccolte negli anni da Benvenuti in Condominio, alcune meritano di essere raccontate.
- Il caso del tappetino volante: un condomino, stanco di vedere il tappetino sporco dell’ingresso, lo lanciò dal balcone “per protesta”. L’oggetto finì sul parabrezza dell’amministratore.
- La guerra dei detersivi: due vicine si contendevano la scelta del profumo del pavimento: una voleva “pino balsamico”, l’altra “fiori di campo”. L’assemblea finì con una mozione ufficiale per stabilire il detersivo “neutro”.
- Il mistero delle scale sempre bagnate: per mesi nessuno capiva perché le scale restassero umide anche dopo ore. Poi si scoprì che il signor Carlo, al piano terra, “ripassava” con il suo secchio perché “gli piaceva più lucide”.
Ironia a parte, questi episodi mostrano come la pulizia diventi spesso un terreno emotivo: dietro la macchia sul pavimento si nasconde spesso una richiesta di rispetto e di ordine condiviso.
Regolamento condominiale e buone maniere
Molti condomini inseriscono nel regolamento interno regole precise sulla pulizia:
- non lasciare oggetti o scarpe sulle scale;
- non scuotere tovaglie o tappeti dalle finestre;
- non depositare rifiuti fuori orario;
- non ostruire i corridoi comuni.
Il buon senso, però, resta la regola d’oro.
Un condominio pulito non è solo quello dove passa la ditta, ma quello in cui ogni abitante rispetta gli spazi comuni come fossero casa propria.
La figura dell’amministratore come “custode del decoro”
L’amministratore non deve solo gestire i contratti, ma anche vigilare sul decoro e sulla sicurezza degli spazi comuni.
Può segnalare comportamenti scorretti, sollecitare interventi di pulizia straordinaria e — nei casi più gravi — applicare sanzioni previste dal regolamento.
Un bravo amministratore, però, sa anche mediare: spesso basta una comunicazione cortese o una riunione chiarificatrice per riportare l’armonia tra vicini.
Pulizie straordinarie: quando servono
Oltre al servizio regolare, ci sono casi in cui servono pulizie straordinarie:
- dopo lavori edilizi,
- in caso di infiltrazioni o allagamenti,
- per disinfestazioni o sanificazioni.
Queste spese vengono decise in assemblea straordinaria e ripartite come le altre spese comuni.
Un consiglio utile: prevedere un piccolo fondo annuale per interventi d’emergenza, così da evitare liti e imprevisti economici.
Pulizia e comunità: un riflesso del vivere civile
Un condominio curato è un luogo dove si vive meglio, non solo perché pulito, ma perché trasmette attenzione e rispetto reciproco.
Pulire, in fondo, significa anche prendersi cura del luogo che condividiamo con gli altri.
Come diceva un vecchio portinaio milanese, “le scale parlano”: raccontano se chi le abita ha rispetto di sé e dei vicini.
Un condominio pulito è un condominio felice
La pulizia condominiale è molto più di un servizio: è una forma di educazione collettiva, un piccolo ma grande gesto quotidiano che tiene insieme una comunità.
Se poi ogni tanto scappa una battuta o un’incomprensione, fa parte del gioco: l’importante è ricordare che dietro ogni secchio e ogni scopa c’è un’idea di convivenza.
Call to Action
E voi? Come gestite le pulizie nel vostro condominio?
Avete storie divertenti o “casi disperati” da raccontarci? Scriveteci nei commenti o inviate una mail a redazione@benvenutiincondominio.it!
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Redazione