📊 Caso concreto: bilanci confusi e sospetti in assemblea
Un condominio di medie dimensioni, 24 unità immobiliari e un bilancio annuale da 60.000 euro. L’assemblea approva il rendiconto, ma qualcuno alza la mano: “Non tornano le spese dell’ascensore e della manutenzione straordinaria.”
Scatta la sfiducia, si parla di irregolarità e l’amministratore — anche se in buona fede — si ritrova sotto accusa. È qui che entra in gioco il revisore condominiale, figura introdotta dall’art. 1130-bis del Codice Civile e ormai centrale per garantire trasparenza e correttezza contabile.
⚖️ Norme e giurisprudenza: cosa dice la legge
L’art. 1130-bis c.c. consente all’assemblea di nominare un revisore dei conti condominiale per verificare la gestione dell’amministratore, controllare le scritture contabili e attestare la regolarità dei documenti.
La Cassazione (sent. n. 16575/2022) ha sottolineato che il revisore può essere incaricato anche per un periodo limitato o per singole verifiche, senza dover coincidere con la durata dell’amministratore.
Non è un organo obbligatorio, ma nei fatti sta diventando una best practice per i condomìni medio-grandi o con lavori straordinari in corso. In alcuni casi, gli stessi amministratori più virtuosi lo propongono per certificare la loro buona gestione.
💼 Responsabilità e vantaggi per il condominio
Il revisore condominiale non sostituisce l’amministratore, ma lo affianca.
Tra i vantaggi più evidenti:
- Riduzione dei conflitti: con un controllo terzo e indipendente, si abbassano le tensioni in assemblea.
- Tutela legale: una revisione accurata può prevenire contestazioni e richieste di risarcimento.
- Più fiducia: i condomini percepiscono trasparenza e professionalità.
Attenzione però: il revisore deve essere qualificato (con formazione specifica e iscrizione a un elenco professionale). Niente improvvisazioni.
🧭 Come tutelarsi: il ruolo dell’amministratore lungimirante
Un amministratore che propone la revisione periodica dei conti non è “sotto accusa”: sta dimostrando lungimiranza.
Inserire nel regolamento condominiale la possibilità di nominare un revisore esterno — anche solo ogni due anni — è una mossa intelligente per prevenire dissapori e proteggere la reputazione della gestione.
Nei casi più complessi (superbonus, contenziosi, morosità elevate), la revisione è quasi una necessità. E se a richiederla è un gruppo di condomini, l’amministratore farebbe bene a collaborare apertamente: la trasparenza è la miglior difesa.
Redazione