È più di un trend del momento. I tempi, le mode, i ritmi e le abitudini cambiano con il passare dei tempi. Dato di fatto inconfutabile in un mondo sempre più dinamico e connesso.
Una biblioteca, luogo un tempo deputato alla semplice lettura, ora si è trasformato in un piccolo universo multimediale dove i volumi sono una parte di un grande insieme: difatti esse sono diventate sempre più spesso luoghi di aggregazione, condivisione e supporto. Basti pensare che molte sono deputate a spazio studio e gestite da diversi educatori che aiutano nello svolgimento dei compiti.
Le stesse presentazioni letterarie sono diventate un momento di riflessione e partecipazione. Momenti in cui l’autore e il pubblico non sono due confini ma parte di una stessa realtà sinergica e coesa. Insomma: ogni luogo può avere mille destinazioni d’uso e non per forza in contrasto fra loro. E, se ci riflettiamo, è anche un modo per tenere vivi posti che rischiano di essere dimenticati.
Il Grand Hotel Campo dei Fiori presso il Sacro Monte di Varese è stato per decenni emblema del lusso e dello svago d’élite, purtroppo la guerra e l’incuria lo hanno condannato alla rovina e ad essere un gigante dormiente che domina il fianco del monte. Tutti lo possono vedere, ma pochi sanno cosa nasconda al suo interno. Quasi misterioso ed enigmatico al pari dei vecchi e antichi manieri medievali. Ma, grazie al supporto del Fai e de La Varese Nascosta, è stato possibile ripristinare in parte la struttura e renderla un polo museale e culturale attraverso visite guidate ed eventi conviviali. E la meraviglia dei fasti passati è tornata a vivere sotto una luce nuova e altrettanto sfavillante.
Un altro esempio? Gli incontri culturali e le mostre organizzate in sala Veratti sempre a cura di uno dei gruppi culturali più attivi del Varesotto. Un posto normalmente deputato ad essere ammirato e contemplato diventa fucina di pensiero, arte ed espressione. Arte, musica, letteratura non sono mai state tanto vicine. Nessun luogo deve essere contenuto in una semplice destinazione d’uso, esso deve essere proiettato oltre per poter essere vissuto appieno nella sua più intima essenza. Odio quando si parla di sfruttamento degli spazi, perché credo si tratti di qualcosa di più profondo. Qualcosa che si può applicare anche nel mondo dei condomini.
Quanti spazi sono assolutamente liberi e vuoti? E quanto potenziale inespresso. Che sia adibito a punto book- crossing, ad area relax e giochi, sono molteplici gli impieghi che si possono proporre. E quale occasione migliore per condividere e proporre iniziative per ravvivare i luoghi comuni? Perché la comunità condominiale dovrebbe proprio essere questo; un mondo familiare comune dove tutti possono supportarsi e creare una piccola realtà con le proprie regole ed equilibri. All’insegna del rispetto, della libertà di pensiero e dell’armonia, si possono creare grandi opportunità anche appena fuori la porta di casa.
La Varese Nascosta