La notte di Cornaredo, alle porte di Milano, è stata squarciata da un lampo di fuoco. Un appartamento divorato dalle fiamme, tre vite spezzate, un intero condominio evacuato. Quello che doveva essere un edificio tranquillo, abitato da famiglie e pensionati, è diventato un teatro di emergenza, dolore e domande.
La cronaca racconta l’incendio, ma dietro la tragedia si nasconde un tema che riguarda migliaia di italiani: la sicurezza antincendio in condominio. Perché quando un rogo si sviluppa in un edificio condiviso, le conseguenze non si fermano mai alla singola abitazione. Coinvolgono impianti comuni, muri portanti, scale, assicurazioni, e — soprattutto — persone.
Cornaredo: un incendio domestico che ha colpito un intero condominio
Erano le quattro e mezza del mattino quando in via Cairoli, a Cornaredo, un appartamento al primo piano ha preso fuoco. Le vittime, due anziani coniugi e il loro figlio cinquantenne, non hanno avuto scampo. I Vigili del Fuoco, accorsi in forze, hanno domato le fiamme e fatto evacuare oltre cinquanta persone.
Le indagini hanno scoperto qualcosa di inquietante: nella stanza dove è partito l’incendio c’erano tracce di sostanza accelerante. Gli inquirenti non escludono l’ipotesi del gesto volontario. Ma al di là del movente, resta un fatto: lo stabile è oggi inagibile, e molte famiglie non sanno quando potranno rientrare.
Il fuoco non ha colpito solo un appartamento, ma l’intera comunità condominiale. E questo ci riguarda tutti.
Perché la sicurezza antincendio in condominio è un tema sottovalutato
Chi vive in condominio tende a credere che la prevenzione incendi sia materia da aziende o enti pubblici. È un errore.
Ogni condominio, anche il più piccolo, ha impianti elettrici, caldaie, garage, sottotetti, locali contatori: tutti potenziali punti di innesco.
Le norme esistono, ma pochi le conoscono. Il risultato è che la prevenzione incendi condominiali resta spesso affidata al caso. Finché qualcosa non accade.
Molti edifici in Italia sono stati costruiti negli anni ’60 e ’70, con materiali e impianti che oggi non rispondono più ai criteri di sicurezza. L’età media dei condomini, intesa come “anzianità dell’immobile”, supera i 40 anni. Ecco perché un corto circuito, una stufa difettosa o una candela dimenticata possono trasformarsi in una catastrofe.
La sicurezza antincendio in condominio non è un lusso tecnico, ma una misura di sopravvivenza.
Cosa prevede la normativa antincendio
La cornice normativa italiana è chiara, anche se complessa.
Il Codice di prevenzione incendi (DM 3 agosto 2015) definisce i principi generali di progettazione e gestione della sicurezza negli edifici. Non tutto si applica alle abitazioni, ma gli elementi fondamentali — come la resistenza al fuoco delle strutture, la presenza di vie di fuga e la corretta compartimentazione — valgono anche per i condomini.
Il DM 246/1987, aggiornato nel 2019, stabilisce invece che gli edifici alti più di 12 metri (quindi molti condomini “medi”) devono adottare misure antincendio minime: impianti a norma, scale protette, segnaletica, estintori, illuminazione di emergenza.
Infine, il DPR 151/2011 inserisce tra le attività soggette a controllo antincendio anche i condomini con caldaie centralizzate o autorimesse. In questi casi, serve una SCIA antincendio (Segnalazione certificata di inizio attività) e la verifica periodica da parte dei Vigili del Fuoco.
Insomma: non serve essere un grattacielo per avere obblighi di sicurezza. Basta un locale tecnico o un’autorimessa per ricadere nelle norme.
Responsabilità condominiale e ruoli chiave
Quando si parla di responsabilità condominiale, la domanda più comune è: “Chi paga se scoppia un incendio?”
La risposta non è univoca, ma la regola base è semplice.
L’articolo 2051 del Codice Civile stabilisce che chi ha la custodia di una cosa è responsabile dei danni che essa causa, salvo il caso fortuito. In un condominio, questa “custodia” è condivisa tra i proprietari, rappresentati dall’amministratore.
Se l’incendio nasce da un impianto comune (una caldaia, un quadro elettrico, una canna fumaria), la responsabilità può ricadere sul condominio.
Se invece il fuoco è partito da un appartamento privato, risponde il singolo proprietario.
In casi come Cornaredo, dove si sospetta l’uso di una sostanza accelerante, la questione si complica. Se l’incendio è doloso, la responsabilità civile del condominio decade, ma restano danni materiali, psicologici e strutturali da gestire.
E qui entra in gioco un altro attore fondamentale: l’amministratore di condominio.
Il ruolo dell’amministratore: tra obblighi e vigilanza
L’amministratore è il garante della sicurezza collettiva.
Deve verificare che le parti comuni siano in buono stato, che gli impianti vengano controllati, che gli estintori siano presenti e revisionati.
Non è un optional: è un obbligo. La Cassazione ha più volte ribadito che l’amministratore può essere ritenuto responsabile se non adotta le misure necessarie a prevenire rischi prevedibili.
Un esempio? Non far verificare per anni la centrale termica o ignorare segnalazioni di guasti può configurare colpa grave.
Essere un bravo amministratore oggi significa non solo gestire bilanci e assemblee, ma saper leggere le normative sulla sicurezza antincendio in condominio e applicarle con buon senso.
Come mettere in sicurezza un condominio
Cosa può fare concretamente un condominio medio per dormire sonni più tranquilli?
Ecco alcune azioni semplici ma decisive:
- Perizia tecnica preventiva. Far ispezionare impianti elettrici, caldaie e locali comuni da un tecnico abilitato.
- Registro antincendio. Annotare manutenzioni, controlli, interventi e revisioni. Serve anche a difendersi in caso di indagine.
- Estintori e rilevatori. Collocarli nei piani strategici e farli controllare periodicamente.
- Vie di fuga libere. Sembra banale, ma molti incendi diventano tragedie perché le scale sono ostruite da biciclette o mobili.
- Piano di evacuazione. Un foglio affisso nel vano scala con numeri d’emergenza e indicazioni può salvare vite.
Sono misure che costano poco rispetto ai danni di un incendio.
Polizza assicurativa del fabbricato: un alleato spesso dimenticato
Nel bilancio condominiale, la voce “assicurazione” viene spesso vista come spesa marginale. In realtà, la polizza assicurativa del fabbricato è uno degli strumenti più importanti per la sicurezza collettiva.
Una buona polizza copre non solo i danni strutturali, ma anche i danni a terzi (ad esempio, al vicino del piano di sotto che subisce infiltrazioni o fumo).
In caso di incendio, può fare la differenza tra un condominio paralizzato e uno che riesce a ripartire.
Prima di scegliere una compagnia, conviene leggere le clausole: alcune polizze escludono gli incendi dolosi o richiedono manutenzioni documentate.
Dopo il rogo: cosa succede e cosa bisogna fare
Quando un incendio colpisce un condominio, la prima parola da tenere a mente è coordinamento.
L’amministratore deve agire con rapidità: segnalare l’evento, informare i condomini, richiedere una perizia tecnica per stabilire se l’edificio è agibile.
Nel frattempo, va avvisata la compagnia assicurativa e redatto un verbale straordinario d’emergenza.
I condomini, dal canto loro, devono documentare i danni e collaborare con le autorità. In presenza di ipotesi di dolo, è necessario sporgere denuncia e attendere le indagini.
Il condominio, anche se non responsabile, deve comunque occuparsi della messa in sicurezza delle parti comuni e della pulizia dei residui tossici.
È un percorso lungo, ma necessario per garantire una ripartenza sicura.
Le lezioni da Cornaredo
L’incendio di Cornaredo è una tragedia, ma anche un monito.
Ci ricorda che la sicurezza non è mai scontata, che la manutenzione non è un fastidio ma un dovere, e che il condominio non è solo un insieme di muri: è una comunità di persone interdipendenti.
Quando un incendio si sviluppa in un’abitazione, ogni piano, ogni scala, ogni muro può diventare via di propagazione. Eppure, un condominio che si è preparato — con controlli, regole, strumenti — può fare la differenza tra la vita e la morte.
La sicurezza antincendio in condominio non è un adempimento da spuntare, ma una responsabilità civile e morale.
Chi vive in condominio deve cambiare mentalità. Non si tratta di “avere paura”, ma di avere consapevolezza.
Il fuoco, come abbiamo visto a Cornaredo, non distingue tra grandi e piccoli edifici, tra periferia e centro. Ma distingue chi è preparato da chi non lo è.
Fare prevenzione, aggiornare impianti, mantenere vie di fuga, rispettare la normativa antincendio non sono atti burocratici: sono gesti di cura verso se stessi e verso gli altri.
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Perché la sicurezza, quando si abita insieme, non è mai solo un problema tecnico. È una forma di solidarietà civile.