martedì, 26 agosto 2025

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Sipario sul condominio: il teatro quotidiano della convivenza

Quando si chiude la porta di casa, si apre il sipario.
Il condominio, più che un luogo, è un palcoscenico. Un microcosmo dove ogni giorno va in scena una rappresentazione collettiva fatta di ruoli, maschere, monologhi, drammi e, talvolta, commedie. Proprio come in teatro, anche tra pianerottoli e scale si recita una parte: consapevolmente o meno, siamo tutti attori nella pièce quotidiana della convivenza.

Gli attori del palazzo: ruoli fissi e personaggi in cerca d’autore

In ogni condominio c’è un cast ben definito:

  • Il protagonista: spesso è chi si prende cura del palazzo, partecipa a tutte le assemblee, conosce regolamenti e dettagli tecnici. Un amministratore de facto, anche quando non è ufficiale.
  • Il caratterista: il vicino eccentrico, rumoroso, polemico o semplicemente “particolare”, che aggiunge colore alla trama.
  • La voce fuori campo: chi osserva, ascolta dietro le porte, ma raramente si espone. Un narratore silenzioso.
  • Il mimo: non saluta, non partecipa, passa inosservato. Vive lì, ma è come se fosse altrove.
  • Il regista: l’amministratore vero. Dirige, convoca, cerca di dare ordine, ma spesso lotta con un cast disordinato.
  • Il coro: i condomini che si esprimono all’unisono, soprattutto quando c’è da lamentarsi.

Ogni personaggio entra in scena a suo modo, ma tutti sono parte di un copione che si scrive giorno per giorno, tra ascensori, citofoni e riunioni serali.

Scenografie e quinte: il palazzo come teatro fisico

Il palcoscenico è reale: l’androne, le scale, i garage, i terrazzi comuni.
Ciascuno spazio diventa scenario di piccoli atti:

  • il battibecco sulle pulizie del pianerottolo,
  • l’incontro “casuale” al cassonetto,
  • la recita del “tutto bene, grazie” davanti all’ascensore bloccato.

Ogni elemento architettonico può trasformarsi in oggetto di scena o sfondo per un conflitto, una riconciliazione, o un semplice atto di cortesia. Il condominio, così, diventa un teatro tridimensionale, vissuto in tempo reale, dove non ci sono prove: ogni gesto è buono alla prima.

Commedie, drammi e tragicommedie

Come ogni grande opera teatrale, anche la vita in condominio alterna generi:

  • La commedia: l’incontro buffo con il nuovo vicino, la riunione che finisce con risate e brindisi, il cane che “saluta tutti” nell’ascensore.
  • Il dramma: discussioni accese per infiltrazioni, morosità, lavori urgenti. Il tono si alza, i ruoli si irrigidiscono.
  • La tragicommedia: quando si litiga per una grondaia, ma alla fine ci si ritrova uniti… contro l’amministratore.

Ogni stagione condominiale è diversa. A volte si cambia cast (un vicino trasloca, un altro arriva), a volte si riscrivono le battute (nuovi regolamenti), ma il teatro va sempre avanti.

E il pubblico?

Non c’è un pubblico esterno. O meglio, in condominio siamo tutti pubblico e attori al tempo stesso. Osserviamo e siamo osservati. Commentiamo e siamo commentati. Il sipario non si chiude mai del tutto, perché anche dietro le tende accade qualcosa.

Applausi o fischi?

La qualità dello spettacolo dipende da tutti. Come in teatro, una buona convivenza nasce dal rispetto delle parti, dall’ascolto reciproco, dalla capacità di improvvisare quando serve… e dal saper ridere di sé. Perché, in fondo, il condominio è la più umana delle rappresentazioni: imperfetta, vivace, sorprendente.

Vivere in condominio è un’arte scenica

Il condominio è teatro perché ci costringe a uscire da noi stessi, a confrontarci, a costruire relazioni (anche conflittuali) in uno spazio condiviso. Non c’è posto per il soliloquio eterno. Il dialogo è obbligatorio, anche solo per decidere l’orario dell’irrigazione condominiale.

Forse non saremo tutti attori da Oscar, ma la convivenza – come il teatro – si impara facendo. E ogni giorno è una nuova prova generale. Perché in condominio, come in teatro… the show must go on.

Giulia Nicora