n Italia, parlare di compensi è spesso un tabù, ma nel caso degli amministratori di condominio la curiosità è più che legittima.
Chi gestisce i bilanci, i fornitori e le assemblee del palazzo è al centro della vita quotidiana di milioni di famiglie. Ma quanto guadagna davvero un amministratore di condominio nel 2025?
La risposta non è semplice, perché dietro la cifra media di 45.000 euro lordi annui si nasconde un universo di variabili: numero di stabili gestiti, area geografica, competenze professionali e livello di digitalizzazione.
E, come vedremo, l’amministratore del 2025 non è più solo un contabile: è un manager del patrimonio immobiliare collettivo, chiamato a muoversi tra leggi, energie rinnovabili e psicologia condominiale.
Lo stipendio medio dell’amministratore di condominio nel 2025
Secondo i dati elaborati dal Centro Istat e aggiornati al 2025, lo stipendio medio di un amministratore di condominio in Italia è di circa 45.000 euro lordi all’anno, con un netto mensile che varia dai 2.000 ai 2.800 euro.
Tuttavia, si tratta di una media:
- nelle grandi città, come Milano o Roma, i guadagni possono superare i 70.000 euro lordi;
- nei centri medi o piccoli, si scende attorno ai 30.000 euro.
Il fattore chiave è il numero di condomìni gestiti:
- un amministratore che gestisce 10 edifici da 20 unità abitative può incassare 35.000 € annui;
- chi ne segue 25 o più, con servizi integrati (contabilità, manutenzione, gestione energetica), può superare i 60.000 €.
Come si calcola il compenso dell’amministratore
La legge (art. 1129 c.c.) non prevede tariffe minime o massime, ma impone che il compenso sia deliberato in assemblea e indicato nel contratto di nomina.
Di norma, si calcola in base a:
- numero di unità immobiliari (tra 10 e 30 € per unità all’anno);
- complessità dell’edificio (presenza di ascensori, impianti, giardini, portierato);
- servizi inclusi (gestione lavori straordinari, assemblee aggiuntive, pratiche fiscali);
- località e mercato di riferimento.
Un piccolo condominio da 10 unità può prevedere un onorario annuo di 1.500 €, mentre un complesso da 80 appartamenti può arrivare a 6.000 € o più.
👉 Approfondisci: Come si nomina e si revoca l’amministratore
Fattori che influenzano lo stipendio medio
1. Area geografica
Come in molti settori, anche qui Nord e Sud viaggiano su binari diversi.
Nel Nord Italia (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna), dove i condomìni sono più grandi e tecnologicamente complessi, i compensi medi superano i 55.000 € annui.
Nel Sud e nelle isole, la cifra scende a 30-35.000 €, ma con costi di gestione inferiori.
2. Tipologia di clientela
I condomìni di fascia alta, con servizi di portineria e manutenzioni complesse, richiedono amministratori esperti e disponibili 24 ore su 24.
In questi casi, le tariffe salgono anche del 40%.
3. Formazione e aggiornamento
Un amministratore formato e certificato guadagna mediamente il 25% in più di uno non specializzato.
Oggi, l’aggiornamento professionale non è più facoltativo ma obbligatorio (DM 140/2014): corsi, crediti formativi e assicurazioni professionali incidono direttamente sulla retribuzione.
Le nuove competenze che fanno aumentare il reddito
L’amministratore del 2025 è una figura ibrida tra giurista, tecnico e mediatore.
Chi ha saputo aggiornarsi guadagna di più perché offre servizi integrati, come:
- Gestione energetica (piani di risparmio e comunità energetiche);
- Mediazione civile (risoluzione dei conflitti interni);
- Amministrazione digitale (portali, contabilità online, archivi in cloud);
- Sicurezza e privacy (adeguamento GDPR e DVR condominiale);
- Gestione di lavori agevolati (bonus edilizi, Ecobonus, Superbonus residuo).
Secondo Camera Condominiale Varese, chi integra competenze tecniche e digitali può incrementare il proprio compenso fino al 30% in più rispetto a chi si limita alla gestione ordinaria.
Come è cambiato il ruolo dell’amministratore dopo il Superbonus
Il triennio 2020–2023 ha trasformato radicalmente la professione.
La gestione dei bonus edilizi ha costretto gli amministratori a confrontarsi con procedure complesse, asseverazioni, rapporti con ENEA e Agenzia delle Entrate.
Molti si sono specializzati nella gestione di progetti complessi, assumendo funzioni di coordinamento tecnico, legale e fiscale.
Chi ha acquisito queste competenze oggi può vantare un portafoglio clienti più solido e tariffe più alte.
👉 Leggi anche: Fine del Superbonus: cosa cambia per i condomìni nel 2025
Professione in evoluzione: dal contabile al “condominio manager”
Il termine “amministratore” non basta più a descrivere la figura attuale.
Molti preferiscono definirsi condominio manager, ossia gestori integrati del patrimonio immobiliare.
Le responsabilità includono:
- gestione energetica e ambientale;
- manutenzione preventiva;
- innovazione digitale;
- relazioni con fornitori e istituzioni;
- gestione dei conflitti tra condomini.
Questa trasformazione professionale è stata riconosciuta anche dall’UNI (Ente Italiano di Normazione), che nel 2022 ha introdotto la norma UNI 11777:2022, specificando requisiti di competenza e formazione dell’amministratore professionista.
Quanto guadagna un amministratore “part time”
Non tutti gli amministratori sono professionisti a tempo pieno.
Molti, soprattutto nei piccoli centri, sono amministratori condominiali non esclusivi — cioè professionisti che svolgono anche altre attività (geometri, avvocati, ragionieri).
Il loro reddito medio oscilla tra i 15.000 e i 25.000 € annui, con impegni ridotti ma responsabilità comunque significative.
Secondo Camera Condominiale Varese, circa il 35% degli amministratori in Italia gestisce meno di 5 condomìni.
I costi della professione
Essere amministratore non è solo guadagno: ci sono costi fissi da sostenere.
Tra i principali:
- assicurazione professionale obbligatoria (mediamente 600 €/anno);
- formazione e aggiornamento (300–500 €/anno);
- software gestionali e piattaforme digitali (1.000 €/anno);
- consulenze fiscali e legali.
Il netto effettivo, al netto delle spese, è spesso inferiore del 25–30% rispetto al lordo dichiarato.
La soddisfazione economica e personale
Secondo un’indagine del Centro Camera Condominiale Varese del 2024, il 68% degli amministratori si dichiara “soddisfatto o molto soddisfatto” del proprio lavoro.
Il motivo non è solo economico: la professione offre autonomia, varietà e relazioni dirette con le persone.
Tuttavia, non mancano gli aspetti critici:
- stress da conflitti tra condomini;
- tempi lunghi e reperibilità continua;
- responsabilità civili e penali sempre più ampie.
Un amministratore esperto sintetizza così:
“Guadagnare bene non basta: serve equilibrio tra reddito e qualità della vita. Il condominio è una piccola società, e va gestita come tale.”
Stipendio e mercato del lavoro
L’amministratore di condominio resta una professione in forte domanda.
Il turnover è basso e la digitalizzazione ha aperto nuove nicchie di mercato, come la gestione remota dei micro-condomini.
Le stime Camera Condominiale Varese per il 2025 parlano di circa 350.000 condomìni senza amministratore professionista in Italia: un bacino enorme di opportunità per chi entra oggi nel settore.
Quanto costa un amministratore ai condomini
Dal punto di vista dei residenti, la spesa media per il compenso dell’amministratore rappresenta tra il 3% e il 5% del bilancio annuale del condominio.
Per una famiglia media, equivale a circa 100–150 euro l’anno: un costo modesto rispetto al valore del servizio.
Il vero risparmio, dicono gli esperti, non è nel tagliare i compensi, ma nel scegliere amministratori capaci di ottimizzare le spese comuni.
👉 Leggi anche: Come scegliere l’amministratore giusto per il tuo condominio
Futuro della professione: verso la certificazione obbligatoria
Si discute da tempo dell’introduzione di una certificazione nazionale obbligatoria per gli amministratori, per tutelare i condomìni e premiare la professionalità.
Il modello è già operativo in Francia e Spagna e potrebbe arrivare in Italia entro il 2026.
Questa riforma, secondo gli analisti, porterà due effetti:
- una selezione naturale della categoria (meno improvvisazione);
- un aumento medio dei compensi del 15–20%, in linea con l’Europa.
Lo stipendio medio dell’amministratore di condominio riflette un equilibrio complesso tra competenze, responsabilità e mercato.
Chi investe nella propria formazione e adotta strumenti digitali, oggi guadagna di più e lavora meglio.
Il futuro della professione non sarà fatto di conti ma di fiducia e competenza: due risorse preziose che valgono più di qualsiasi aumento.
E per i condomìni italiani, scegliere un buon amministratore resta la forma più efficace di risparmio.
Vuoi sapere quanto guadagna il tuo amministratore e se il compenso è proporzionato ai servizi che offre?
Scrivici o raccontaci la tua esperienza: pubblicheremo un’inchiesta sui compensi medi nei condomìni italiani.
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