venerdì, 14 novembre 2025

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Superbonus 110%: la grande illusione condominiale. Quando il sogno della riqualificazione si trasforma in incubo

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In principio fu l’entusiasmo. Facciate da rifare, caldaie da sostituire, cappotti termici promessi come panacea per consumi e bollette. Il Superbonus 110% è arrivato come un treno in corsa nei cortili dei condomìni italiani, promettendo efficienza energetica a costo zero. Ma oggi, a distanza di anni, in troppi casi restano impalcature abbandonate, liti tra vicini, amministratori travolti da cause legali e, come nelle cronache di queste ore, addirittura truffe milionarie.

È tempo di guardarci negli occhi e chiederci: cosa non ha funzionato?

Il Superbonus: un’idea brillante… sulla carta
Il Superbonus 110%, introdotto dal Decreto Rilancio del 2020, è nato con un intento nobile: stimolare la ripresa economica post-Covid e migliorare la sostenibilità energetica del patrimonio immobiliare italiano, uno dei più vecchi e inefficaci d’Europa. Sulle prime sembrava un’occasione storica per il condominio medio: finalmente lavori importanti a costo (quasi) zero, grazie al meccanismo della cessione del credito.

Ma come spesso accade quando la burocrazia incontra l’entusiasmo, il risultato è stato molto più complesso.

In diverse inchieste pubblicate sulla nostra rivista Benvenuti in Condominio, abbiamo più volte evidenziato i rischi strutturali del Superbonus nei contesti condominiali. Non parliamo solo di frodi – oggi purtroppo sotto gli occhi di tutti – ma di una gestione mal strutturata, tempi caotici, assenza di controlli preventivi e enormi difficoltà di rendicontazione.

Le cronache parlano chiaro: l’inganno è servito
Nelle ultime settimane è emerso un nuovo caso eclatante: sequestri milionari, fatture gonfiate, documenti falsificati, lavori inesistenti o eseguiti solo in parte. I soggetti coinvolti sono diversi, ma il meccanismo è sempre lo stesso: interventi avviati per accedere ai fondi del Superbonus, usati come strumento di profitto illecito.

Quello che colpisce è la ricorrenza con cui i condomìni sono rimasti invischiati in situazioni torbide, spesso senza che i singoli condomini sapessero cosa stava accadendo davvero. La firma su una delibera in assemblea bastava per spalancare le porte a una serie di eventi che molti non hanno mai veramente compreso.

Dove abbiamo sbagliato: analisi seria per una lezione collettiva
Nei nostri articoli precedenti – “Superbonus: più trappola che opportunità”, “Il bonus che divide i condomìni”, “Quando il cappotto termico fa venire i brividi” – abbiamo identificato cinque grandi criticità che oggi trovano conferma:

Informazione distorta
La comunicazione sul Superbonus è stata eccessivamente trionfalistica. Pochi hanno letto le postille. I condomini hanno ricevuto prospetti irreali, spesso senza spiegazioni tecniche adeguate.

Assenza di controllo iniziale
I lavori partivano prima delle verifiche, rendendo impossibile fermare le anomalie in tempo utile.

Responsabilità diffusa (cioè di nessuno)
L’amministratore firmava, ma spesso senza reali strumenti di valutazione. I condomini votavano, ma senza comprensione tecnica. I tecnici progettavano, ma il controllo era minimo.

Tempi incompatibili con la realtà
La burocrazia necessaria per ottenere il via libera non era compatibile con le scadenze e le aspettative. Molti cantieri sono rimasti a metà, bloccati, senza fondi.

Conflittualità crescente
Nei condomìni, il Superbonus ha alimentato liti feroci: tra favorevoli e contrari, tra chi voleva anticipare somme e chi no, tra chi ha visto il valore del proprio appartamento salire e chi si è ritrovato con impalcature ferme da mesi.

I condomini abbandonati: cosa succede ora?
Oggi, molti condomini si trovano con cantieri incompleti, crediti bloccati, imprese fallite e documenti sotto sequestro. Gli amministratori devono gestire una situazione ingestibile: assemblee straordinarie, tensioni, avvocati, solleciti.

E mentre lo Stato inizia a fare ordine – con norme più stringenti, controlli a monte e maggiore prudenza – il danno collettivo è ormai enorme.

In molti casi, il Superbonus ha trasformato l’amministratore in capro espiatorio, anche se privo di strumenti e formazione adeguata per affrontare una materia così tecnica.

Serve una nuova cultura della manutenzione
Cosa possiamo imparare, adesso che la sbornia del 110% è (quasi) passata?

La manutenzione non è uno spot elettorale. È un dovere civile.
L’idea che la riqualificazione debba essere gratis ha drogato il mercato e distorto la percezione del valore degli immobili. La verità è che mantenere un edificio in salute ha un costo, e va pianificato.

Il condominio non è una monade: è una comunità complessa.
Serve coinvolgimento reale, informazione, formazione. Le decisioni non possono essere prese sulla base di una promessa di guadagno futuro, ma su basi tecniche chiare e condivise.

L’amministratore ha bisogno di strumenti.
Occorre prevedere, a livello normativo, percorsi formativi obbligatori, supporti tecnici esterni, e una più netta definizione delle responsabilità.

Serve un piano pubblico credibile e sostenibile.
Se lo Stato vuole favorire l’efficienza energetica, non può farlo lanciando bombe di incentivi senza preparare il campo. Serve una politica di lungo periodo, con incentivi realistici, graduali e controllati.

Non buttiamo via la lezione
Il Superbonus 110% è stato un gigantesco esperimento nazionale. Ha mostrato tutte le debolezze della macchina pubblica, la fragilità del tessuto condominiale, la voracità di chi approfitta della confusione.

Ma ha anche lasciato in eredità una consapevolezza: il condominio è un organismo vivo, e va curato ogni giorno, non solo quando arrivano gli incentivi.

Smettiamo di cercare scorciatoie. Pretendiamo onestà, competenza, trasparenza. E torniamo a parlare di manutenzione ordinaria, di riunioni ben gestite, di amministratori seri. Perché se c’è una cosa che il 110% ci ha insegnato è che quando qualcosa sembra troppo bello per essere vero, spesso non lo è.

Scopri di più su:

🔹 Superbonus: più trappola che opportunità
🔹 Quando il cappotto fa venire i brividi: storie vere di bonus in malafede
🔹 Il bonus che divide: come il 110% ha spaccato i condomini

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Redazione Benvenuti in Condominio-Superbonus 110%: la grande illusione condominiale. Quando il sogno della riqualificazione si trasforma in incubo

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