In un mercato senza percorsi formativi e con competenze sempre più complesse, attrarre e trattenere personale qualificato negli studi di amministrazione condominiale è diventata una sfida decisiva per il futuro del settore.
C’è una frase che si sente spesso tra gli amministratori:
“Non si trovano più persone che abbiano voglia di imparare questo mestiere.”
Dietro questa frase non c’è solo una difficoltà momentanea, ma la fotografia di un intero settore.
Gli studi di amministrazione condominiale stanno affrontando una sfida nuova: reperire personale qualificato in un mercato che non forma figure specifiche.
Contabili, tecnici, addetti alla gestione degli interventi: ruoli essenziali per la gestione condominiale quotidiana, ma difficili da trovare.
Non esistono percorsi scolastici né universitari dedicati a chi vuole intraprendere una carriera negli studi di amministrazione condominiale.
Così, ogni nuova risorsa diventa un investimento di tempo, formazione e fiducia.
Dal racconto dell’employer branding alla realtà delle assunzioni
Nel mio precedente articolo, “Employer branding negli studi di amministrazione condominiale: dal lupo solitario al leader di squadra” (pubblicato il 27 ottobre su Benvenuti in Condominio), abbiamo parlato di quanto sia fondamentale, per gli studi, costruire un’identità attrattiva.
L’employer branding, in effetti, è il primo passo: far capire che anche nel nostro settore si può crescere, innovare, collaborare.
Ma dopo aver definito un’identità chiara, arriva la parte più difficile: trovare le persone giuste.
E qui il discorso cambia, perché nel nostro settore il talento non si trova, si costruisce.
Un mestiere che vale miliardi
Secondo i dati più recenti del Consiglio Nazionale del Notariato (CNN) e dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), il valore complessivo degli immobili posseduti dai cittadini italiani equivale a quasi tre volte l’intera produzione economica annuale del Paese. Questo dato, oltre a riflettere la storica fiducia degli italiani nell’investimento nel mattone, è strettamente legato alle dinamiche demografiche e alle fluttuazioni dei prezzi del mercato immobiliare.
Si tratta di un patrimonio immenso che, quotidianamente, viene amministrato e tutelato dagli studi di amministrazione condominiale, veri e propri custodi della ricchezza immobiliare nazionale.
Eppure, nonostante l’impatto economico e sociale di questo settore, la professione dell’amministratore condominiale continua a essere poco riconosciuta e raramente considerata parte integrante del mondo del Real Estate professionale.
Gli studi di amministrazione gestiscono, di fatto, la componente più concreta della ricchezza del Paese: le abitazioni degli italiani.
Lo fanno mettendo in campo competenze multidisciplinari, che spaziano dal diritto alla contabilità, dalla mediazione alla manutenzione, garantendo ogni giorno la tutela, la sicurezza e la valorizzazione del patrimonio immobiliare collettivo.
Quando la formazione diventa attrazione
In un contesto dove le figure specializzate scarseggiano, la vera talent attraction condominiale non si fa con annunci di lavoro, ma attraverso la formazione.
Gli studi più attenti hanno iniziato a costruire un proprio metodo interno: accogliere, affiancare, insegnare. L’apprendimento avviene sul campo, giorno dopo giorno: tra assemblee, contabilità, rapporti con i fornitori e la gestione delle urgenze.
In questo modo nascono professionisti veri, capaci di affrontare con competenza la complessità della gestione condominiale.
Raccontare per attrarre
Il settore deve imparare a raccontarsi in modo diverso.
L’amministratore di condominio e il suo team non sono figure marginali, ma professionisti del patrimonio immobiliare, al pari di chi opera nel Real Estate o nella gestione degli asset immobiliari.
Comunicare con chiarezza cosa fa davvero uno studio, mostrare l’impatto del proprio lavoro sulla sicurezza e sul valore degli edifici, significa rendere più attraente una professione che finora è stata sottovalutata.
Solo cambiando la narrazione potremo cambiare anche la percezione di chi potrebbe scegliere questo percorso.
Dal mestiere alla professione
Il futuro dell’amministrazione condominiale non si gioca solo su norme o tecnologia, ma su persone preparate, motivate e valorizzate.
Investire nella formazione interna, trasmettere metodo, responsabilità e visione: sono questi gli strumenti che trasformano un mestiere in una professione strutturata e riconosciuta.
Amministrare non è un compito tecnico, ma una responsabilità sociale ed economica: significa gestire la ricchezza reale degli italiani.
E per farlo servono professionisti capaci, curiosi e appassionati, persone che, forse, non si trovano facilmente sul mercato, ma che possiamo formare, crescere e trattenere.
Conclusione – Formare per crescere (davvero)
La verità è che non esiste un mercato del lavoro “difficile”: esiste un mercato che cambia più in fretta di chi lo abita.
E il nostro settore, quello dell’amministrazione condominiale, ne è la prova.
Mentre tutti parlano di digitalizzazione e normative, la vera rivoluzione è fatta di persone: di chi sa insegnare, di chi sa ascoltare e di chi sceglie di crescere insieme.
Gli studi che riusciranno a distinguersi non saranno quelli che assumono di più, ma quelli che sanno dare senso al lavoro.
Perché un collaboratore non si fidelizza con la burocrazia, ma con la fiducia.
Resta dove si sente parte di un progetto, dove le sue idee contano, dove l’esperienza di ogni giorno è anche una forma di apprendimento.
Allora sì: assumere oggi è difficile.
Ma non impossibile, se si cambia prospettiva.
Bisogna iniziare a vedere la formazione come un vantaggio competitivo, non come un costo.
Fare in modo che chi entra in studio trovi una direzione chiara, qualcuno da cui imparare, un metodo che dia valore al suo tempo.
E soprattutto, bisogna raccontare il bello di questo mestiere: il senso di responsabilità, la varietà delle sfide, la soddisfazione di gestire, con competenza, ciò che gli italiani hanno di più prezioso: la loro casa.
“Il talento non si trova, si coltiva.
E ogni studio che investe nelle persone investe nel proprio futuro.”
In pratica
- Forma come se dovessi tenere le persone, non sostituirle.
L’investimento in competenze è la chiave della stabilità. - Crea un clima che insegna.
Chi lavora bene, insegna agli altri a fare lo stesso. - Comunica la tua cultura.
Mostra che nel tuo studio non si “fa solo amministrazione”, ma si costruiscono relazioni, fiducia e valore.
Il futuro dell’amministrazione condominiale sarà di chi saprà unire metodo e umanità, tecnologia e cultura di squadra.
Perché la differenza tra uno studio che sopravvive e uno che cresce è sempre la stessa: le persone che lo abitano.
Dott.ssa Sofia Maria Finessi
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