martedì, 18 novembre 2025

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Truffa fotovoltaico: come difendere il condominio dalle offerte ingannevoli

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Si presentavano come pionieri dell’energia pulita, promettevano guadagni mensili, pannelli di ultima generazione e rendimenti “garantiti”.
In realtà, dietro quelle parole — sostenibilità, green economy, innovazione — si nascondeva un sistema di frode degno di una serie televisiva: uno schema Ponzi da 80 milioni di euro, costruito sul fotovoltaico fantasma.

L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia Postale sotto la direzione della Procura di Bologna, ha smascherato un’organizzazione che aveva convinto oltre 6.000 persone in tutta Italia a investire in impianti solari ed eolici inesistenti.
Un caso che scuote il mondo delle energie rinnovabili e che tocca da vicino anche i condomini italiani, sempre più interessati a installare impianti fotovoltaici condivisi o a partecipare a comunità energetiche.

Questo articolo spiega come funzionava la truffa, quali segnali avrebbero dovuto far sospettare e soprattutto come amministratori e condomini possono proteggersi da offerte ingannevoli che, dietro la facciata green, nascondono solo rischi e perdite.

Lo schema: il “fotovoltaico fantasma”

Tutto nasce dalla piattaforma Voltaiko, società che prometteva agli utenti di “noleggiare” impianti fotovoltaici e mini-eolici situati in Paesi soleggiati, come il Portogallo o la Grecia, in cambio di rendimenti costanti.

Gli investitori versavano somme comprese tra 1.000 e 20.000 euro, ricevendo in cambio un “pacchetto energetico” con tanto di wallet digitale e “energy points” che avrebbero dovuto accumulare valore con la produzione dell’impianto.
Il problema?
Gli impianti non esistevano.

Lo schema si basava su un classico meccanismo Ponzi: i primi investitori venivano pagati con i soldi dei nuovi aderenti.
I rendimenti “mensili” non provenivano dall’energia, ma dai versamenti successivi.

Con una strategia di marketing aggressiva, la rete di procacciatori arrivò a coinvolgere migliaia di persone — pensionati, professionisti, piccoli risparmiatori — tutti convinti di partecipare a un progetto sostenibile e redditizio.

L’operazione “Cagliostro”

Nel 2025, le autorità italiane hanno lanciato l’operazione Cagliostro, coordinata dalla Procura di Bologna.
L’indagine ha portato al sequestro di 95 conti correnti, diverse criptovalute, lingotti d’oro e dispositivi elettronici utilizzati per la gestione dei fondi.
Bloccato anche il sito ufficiale della società e i relativi canali di comunicazione.

Il danno stimato è di circa 80 milioni di euro, una cifra colossale.
Secondo gli inquirenti, l’organizzazione operava con una struttura piramidale internazionale: una sede centrale, diverse società di facciata, e un sistema di “partner commerciali” che promuovevano l’investimento via web, social e webinar.

Perché la truffa è riuscita

Le truffe legate al fotovoltaico funzionano perché fanno leva su tre elementi che ispirano fiducia:

  1. Il linguaggio ecologico. Parlare di “energia pulita” o “transizione verde” crea una percezione positiva.
  2. La promessa di rendimenti costanti. La parola “garantito” è spesso il primo segnale d’allarme.
  3. L’uso della tecnologia. Siti ben fatti, dashboard digitali, grafici e simulazioni danno un’illusione di serietà.

La truffa del fotovoltaico 2025 non era improvvisata: aveva uffici virtuali, contratti ben scritti, assistenza clienti e perfino un programma “di affiliazione” per chi voleva promuovere l’investimento ad amici e conoscenti.

Molti investitori pensavano di partecipare a una “comunità energetica internazionale”, ma in realtà non esisteva alcun impianto fisico, né alcun collegamento alla rete elettrica.

Condomini nel mirino: perché è un rischio collettivo

Oggi sempre più condomìni valutano di installare impianti fotovoltaici condivisi, anche grazie alle detrazioni fiscali e ai nuovi incentivi del Conto Termico 3.0 e delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).

Questo interesse crescente ha però attirato anche operatori improvvisati o disonesti, pronti a vendere contratti di fornitura, gestione o investimento energetico che promettono risparmi irrealistici.

Ecco perché la vicenda Voltaiko è un campanello d’allarme per:

  • amministratori di condominio;
  • assemblee che valutano impianti collettivi;
  • gruppi di condomini che aderiscono a CER o “progetti green” privati.

Come difendersi: la guida pratica per il condominio

1. Verificare chi propone l’offerta

Il primo passo è sempre la verifica dell’impresa.
Ogni ditta che propone un impianto fotovoltaico deve:

  • essere iscritta alla Camera di Commercio con codice ATECO coerente (43.21.01 per impianti elettrici, 43.22.01 per impianti idraulici, ecc.);
  • possedere abilitazione ai sensi del D.M. 37/2008;
  • presentare referenze verificabili (altri impianti installati, recensioni documentate, partnership con produttori certificati).

Diffidare di società appena costituite o con sedi estere non verificabili.

2. Chiedere la documentazione tecnica

Prima di firmare qualsiasi preventivo, l’amministratore deve ricevere:

  • relazione tecnica preliminare con dati di producibilità, orientamento e potenza dell’impianto;
  • schede dei pannelli e degli inverter;
  • piano di manutenzione;
  • tempi di installazione e garanzia;
  • copia dell’assicurazione dell’impresa.

Nessun progetto serio chiede pagamenti anticipati senza documenti tecnici.

3. Verificare le agevolazioni promesse

Molte truffe usano parole come “Superbonus garantito”, “rimborso totale”, “zero costi”.
Ma ogni incentivo è soggetto a precise condizioni normative (leggi di bilancio, decreti MASE, comunicazioni ENEA).
L’amministratore deve controllare che l’impresa indichi la norma di riferimento, il tipo di bonus applicabile e l’eventuale pratica già approvata.

4. Chiedere pareri indipendenti

Ogni condominio dovrebbe affidarsi a un consulente energetico esterno o a un tecnico di fiducia (geometra, ingegnere, perito industriale).
Una piccola spesa iniziale può evitare danni molto più grandi.

Segnali d’allarme da non ignorare

  1. Rendimenti “garantiti” superiori al 10%. In un impianto reale, i ritorni dipendono da consumi e sole disponibile.
  2. Proposte via web o social senza sede fisica. Le società serie lavorano con incontri e sopralluoghi.
  3. Richieste di pagamento anticipato totale. Un contratto corretto prevede acconto e saldo a collaudo.
  4. Contratti complessi, poco chiari. Diffidare di clausole che parlano di “noleggio”, “partecipazione energetica” o “energy wallet”.
  5. Assenza di CILA, SCIA o comunicazione ENEA. Tutti gli impianti fotovoltaici condominiali richiedono autorizzazioni.

Il ruolo dell’amministratore: garante della trasparenza

L’amministratore di condominio ha un compito cruciale: verificare la solidità del fornitore e tutelare i condomini da rischi collettivi.

Deve:

  • convocare un’assemblea con ordine del giorno chiaro (“Proposta installazione impianto fotovoltaico – verifica società”);
  • raccogliere almeno tre preventivi;
  • far redigere un parere tecnico indipendente;
  • comunicare ai condomini, prima del voto, eventuali criticità o incongruenze.

Solo così la delibera sarà consapevole e valida.

Fotovoltaico sicuro: le certificazioni da chiedere

Per evitare sorprese, il condominio deve accertare che il fornitore:

  • utilizzi pannelli certificati IEC 61215 e IEC 61730;
  • garantisca impianti con inverter CEI 0-21 e CEI 0-16;
  • rilasci Dichiarazione di Conformità D.M. 37/2008;
  • indichi responsabile tecnico con iscrizione albo professionale.

Le stesse verifiche valgono anche per comunità energetiche rinnovabili (CER): chi propone di gestire l’energia condominiale deve essere registrato al GSE.

Quando denunciare

Se si sospetta una frode, agire subito.
L’amministratore può:

  • segnalare la società all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM);
  • presentare denuncia alla Guardia di Finanza o alla Polizia Postale;
  • informare i condomini e sospendere qualsiasi pagamento.

Il ritardo nella segnalazione può rendere difficile il recupero delle somme.

Dalla truffa alla prevenzione: cosa imparare

La vicenda del fotovoltaico fantasma dimostra che la transizione ecologica non è solo un tema tecnico o ambientale, ma anche etico e culturale.
Essere “green” non basta: serve competenza e controllo.

Nel condominio medio italiano, la gestione dell’energia è spesso affidata a pochi.
Ma le decisioni collettive richiedono conoscenza condivisa.
Imparare a leggere un contratto, a riconoscere una clausola ambigua, a chiedere documenti: sono strumenti di cittadinanza, non solo di difesa.

Conclusione

La truffa del fotovoltaico da 80 milioni di euro è un monito per tutti: quando l’offerta è troppo luminosa, meglio accendere una luce di cautela.

Nel mondo dell’energia, l’unica garanzia è la trasparenza.
Ogni condominio che sceglie di investire nel fotovoltaico deve farlo con consapevolezza, affidandosi a professionisti certificati e pretendendo documentazione chiara.

Il futuro è verde solo se è anche pulito dal punto di vista etico.

Hai ricevuto offerte per impianti fotovoltaici condominiali?
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