venerdì, 14 novembre 2025

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Vita da balcone: il confine sottile tra intimità e spettacolo

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Nel panorama condominiale italiano, nessun elemento architettonico è più simbolico – e più sottovalutato – del balcone.
È il nostro piccolo palcoscenico privato affacciato sul mondo. Uno spazio sospeso, mezzo dentro e mezzo fuori, che racconta chi siamo più di quanto crediamo.

Fiori, panni stesi, griglie improvvisate, lettini da sole, sigarette fumate al tramonto, telefonate in vivavoce, pettegolezzi estivi, silenzi invernali. Il balcone è specchio della nostra quotidianità, ed è anche – inevitabilmente – parte della vita degli altri.

Un luogo tutto nostro (ma non troppo)

A differenza di un salotto, il balcone è uno spazio privato esposto. Chiunque ci passi sotto può vedere, sentire, giudicare.
Eppure, proprio in questa esposizione parziale, c’è il suo fascino: è un angolo di libertà che non richiede filtri.
Sul balcone siamo più noi stessi: in ciabatte, col caffè, con un libro aperto o a parlare con una pianta (che, diciamolo, ascolta più del vicino del piano di sotto).

La riscoperta del balcone

Durante la pandemia, molti hanno riscoperto il balcone come spazio di resistenza emotiva.
Ricordiamo tutti le canzoni cantate alle finestre, gli applausi collettivi, le chiacchiere a distanza. Quel tempo sospeso ha reso evidente che anche un metro quadrato all’aperto può fare la differenza, se ci connette agli altri.

Oggi, in tempi “normali”, il balcone è tornato a essere ciò che era prima: luogo di transito, di fumo, di piante trascurate. Ma forse qualcosa è rimasto.
Forse abbiamo capito che anche quello spazio minimo può avere un valore sociale.

Le regole non scritte del balcone (e quelle scritte)

Come ogni zona “ibrida” del condominio, il balcone è anche terreno di battaglia.
Quante assemblee hanno discusso di:

  • Fumo che sale ai piani superiori
  • Piante che gocciolano
  • Teli parasole “antiestetici”
  • Barbecue improvvisati
  • Oggetti volanti non identificati caduti nei balconi altrui

Qui le regole del regolamento condominiale si intrecciano con quelle del buon senso: è davvero necessario fare l’aperitivo con la musica alta? Le piante devono proprio invadere la ringhiera del vicino?

Ma al netto delle dispute, il balcone resta un confine fragile e fertile, dove si misura il nostro modo di convivere: un passo più in là, e si invade. Un passo indietro, e si isola.

Il balcone come metafora

In un condominio, come nella vita, serve equilibrio.
Il balcone è la nostra terrazza sull’umanità, un luogo dove possiamo aprirci al mondo senza dimenticare che c’è un mondo anche dall’altra parte.

La prossima volta che uscite sul balcone, fateci caso: cosa dice di voi?
E cosa dice di chi vi vive accanto?

Magari, da quel piccolo spazio, può nascere una nuova forma di vicinanza.
Più autentica, più rispettosa, più consapevole.

E chissà, forse il balcone non è solo una struttura architettonica, ma una possibilità.

Redazione

10-12 OTTOBRE | VARESE - Palazzo Estense

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