martedì, 18 novembre 2025

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Conto Termico 3.0: come dimezzare i costi in condominio senza sorprese

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Il nuovo “Conto Termico” rivoluziona i condomini

La parola d’ordine è risparmiare energia, ma senza perdersi tra burocrazia e sigle.
Ecco perché, nel 2025, si parla tanto del Conto Termico 3.0, la nuova versione dell’incentivo statale che promette di dimezzare i costi di sostituzione delle caldaie e di altri interventi energetici nei condomini.

Una misura pensata per aiutare anche i condomini più piccoli, dove ogni spesa pesa e le decisioni si prendono (quasi sempre) a fatica.
Ma funziona davvero? E chi può beneficiarne?
Vediamolo insieme, con un linguaggio semplice e concreto — come piace a chi vive ogni giorno le dinamiche del condominio.

Cos’è il Conto Termico 3.0 e perché riguarda il tuo condominio

Il Conto Termico non è una detrazione fiscale, ma un rimborso diretto che lo Stato eroga sul conto corrente dei richiedenti — privati o condomini — in tempi rapidi, anche in 60 giorni.
Serve a incentivare gli interventi di efficienza energetica, come:

  • sostituzione della caldaia condominiale con modelli più efficienti (classe A o pompe di calore);
  • installazione di sistemi di termoregolazione evoluti;
  • coibentazione e isolamento termico;
  • uso di fonti rinnovabili per la produzione di acqua calda o riscaldamento.

A differenza dei vecchi bonus edilizi, non serve cedere il credito o attendere anni: il rimborso arriva in conto.
E può coprire fino al 65% della spesa.

Cosa cambia con il Conto Termico 3.0

La nuova versione introduce semplificazioni importanti per i condomini:

  • tempi più brevi di approvazione delle pratiche ENEA;
  • possibilità di cumulo con altri incentivi locali;
  • estensione a interventi combinati (es. caldaia + pannelli solari).

Inoltre, il Conto Termico 3.0 ha eliminato molti degli ostacoli che frenavano gli amministratori:

  • moduli più chiari;
  • caricamento online semplificato;
  • maggiore trasparenza nei preventivi.

Un passo avanti concreto, soprattutto per chi si era scoraggiato dopo le complessità del Superbonus.

📎 Leggi anche: Superbonus addio: come gestire i lavori in condominio oggi

Chi può richiederlo: singoli o amministratore

Il soggetto richiedente può essere:

  • il condominio, rappresentato dall’amministratore;
  • il singolo proprietario, per interventi nel proprio appartamento;
  • un ente pubblico o cooperativa.

Nel caso condominiale, la procedura viene gestita dall’amministratore o da un tecnico incaricato, che si occupa della documentazione e dell’invio della domanda all’ENEA.

E qui entra in gioco la professionalità: un errore nei documenti o nei tempi può far perdere l’incentivo.
Meglio affidarsi a professionisti esperti in materia energetica e condominiale.

Come funziona il rimborso

Dopo l’approvazione della domanda, l’ENEA eroga:

  • in un’unica soluzione, se l’importo è inferiore a 5.000 €;
  • in rate annuali, se superiore.

Il bonifico arriva direttamente sul conto del condominio o del richiedente, senza passaggi intermedi.
Questo rende il Conto Termico uno strumento liquido e immediato, ideale anche per condomini che non possono anticipare grandi cifre.

Caldaia condominiale: quando conviene sostituirla

Una delle voci più importanti riguarda la sostituzione della caldaia condominiale.
In molti palazzi italiani, l’impianto centralizzato ha più di 20 anni e disperde energia (e soldi).
Il Conto Termico permette di rinnovarlo con un risparmio reale.

I casi in cui conviene:

  • caldaia con rendimento inferiore al 90%;
  • consumi elevati di gas e manutenzioni continue;
  • assenza di sistemi di regolazione termica individuale;
  • condominio con almeno 6 unità immobiliari.

L’installazione di una pompa di calore o caldaia a condensazione può abbattere i consumi fino al 30%.
E con il Conto Termico, il costo dell’intervento si dimezza.

Esempio pratico: il caso “Condominio Garibaldi”

A Varese, un condominio di 20 unità ha sostituito la vecchia caldaia centralizzata con un impianto a condensazione da 80 kW.
Spesa complessiva: 38.000 €.
Con il Conto Termico, ha ricevuto 18.600 € di rimborso in due rate, coprendo quasi metà dei costi.
Il risparmio annuo stimato sulle bollette è del 25%, e la manutenzione si è ridotta del 40%.

Un caso virtuoso che dimostra come gli incentivi funzionano, se usati correttamente.

Gli errori più comuni nei condomini

Molti amministratori e condomini, presi dall’entusiasmo dei bonus, commettono errori che possono bloccare l’incentivo.
Ecco i principali:

  1. Richiedere il Conto Termico dopo l’inizio dei lavori (non ammesso).
  2. Presentare documenti incompleti o con dati catastali errati.
  3. Non rispettare le tempistiche ENEA (90 giorni dalla fine lavori).
  4. Mancata assemblea di approvazione o delibera non valida.

👉 Suggerimento: prima di avviare qualsiasi intervento, consultate un tecnico certificato e l’amministratore.

📎 Leggi anche: Assemblee condominiali: come deliberare lavori e incentivi in modo corretto

Spese tecniche e professionisti: cosa copre l’incentivo

Uno degli aspetti più interessanti del Conto Termico 3.0 è che copre anche parte delle spese tecniche:

  • progettazione e direzione lavori;
  • diagnosi energetica;
  • redazione APE (attestato di prestazione energetica);
  • consulenza ENEA.

In pratica, si tratta di un incentivo che premia la qualità progettuale e non solo il lavoro fisico.
Un grande vantaggio per i condomini che vogliono affidarsi a tecnici qualificati senza gravare troppo sulle tasche dei proprietari.

Il ruolo dell’amministratore: più tecnico che burocrate

L’amministratore diventa una figura chiave: deve informare, convocare l’assemblea, raccogliere preventivi e garantire la trasparenza dei fondi.
In questo contesto, la sua competenza energetica fa la differenza.

I condomini più virtuosi sono quelli dove l’amministratore:

  • si affida a consulenti tecnici di fiducia;
  • presenta scenari di spesa comparati;
  • aggiorna costantemente i condomini sull’iter dell’incentivo.

Conto Termico e ambiente: un condominio più sostenibile

Oltre al risparmio economico, c’è il beneficio ambientale.
Ogni caldaia sostituita riduce l’emissione di CO₂, migliora la qualità dell’aria e rende gli edifici più efficienti.

Il condominio diventa così un attore attivo della transizione ecologica, contribuendo alla riduzione dell’impatto energetico collettivo.

E, non meno importante, aumenta il valore degli immobili: secondo l’ENEA, un edificio riqualificato energeticamente guadagna fino al 10% in più sul mercato.

Un’occasione da non perdere (questa volta per davvero)

Dopo anni di bonus, decreti e sigle incomprensibili, il Conto Termico 3.0 sembra davvero una misura concreta, stabile e accessibile.
Niente crediti ceduti o pratiche infinite, ma rimborsi reali e veloci.

Certo, richiede attenzione, organizzazione e collaborazione tra amministratore, tecnici e condomini.
Ma è anche una grande opportunità per trasformare il condominio in un luogo più efficiente, economico e rispettoso dell’ambiente.

Hai già valutato se il tuo condominio può accedere al Conto Termico 3.0?
Scrivici la tua esperienza o i tuoi dubbi nei commenti!
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Redazione

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