Cassano Magnago, una sera d’estate come tante. I bambini corrono nel Parco della Magana, le famiglie cercano un po’ di frescura tra gli alberi. Ma quest’anno c’è qualcosa di diverso nell’aria. Non è la temperatura, non è l’umidità. È il ronzio costante e insistente di sciami di zanzare. Si sente ovunque. Sul collo, sulle braccia, sulle gambe dei più piccoli. Soprattutto, si sente nell’impotenza dei cittadini. Clarissa Rizzato ha deciso di raccontarlo pubblicamente, con un post semplice ma chiaro: la situazione è insostenibile, non si era mai arrivati a questo livello, neppure nei peggiori anni. Non è solo una questione di fastidio. È una questione di salute.
Negli ultimi anni, in Lombardia e in altre regioni italiane, si è alzato l’allarme legato alle zanzare non più solo per il prurito, ma per ciò che trasportano: virus come il West Nile, la dengue, la chikungunya. Nomi che sembravano appartenere a climi tropicali e che invece oggi bussano alle porte dei nostri quartieri. E a volte entrano. La zanzara tigre, in particolare, non si limita a pungere di sera: è attiva anche di giorno, nei parchi, nei giardini, sui terrazzi. Ed è lì che prospera, nascosta nei sottovasi, nelle caditoie non pulite, nelle fontanelle scollegate o nei tombini pieni di acqua piovana.
Ma cosa si può fare concretamente, oltre al lamento quotidiano? È possibile reagire in modo efficace, e soprattutto collettivo? Per capirlo meglio abbiamo deciso di ascoltare una voce esperta, quella di Marco V., disinfestatore professionista da oltre vent’anni, che ogni estate gira cortili, scuole, aziende e condomìni armato di esperienza e di larvicidi.
La prima cosa che Marco ci dice è che non basta spruzzare qualcosa di forte e sperare che la nube risolva tutto. Serve metodo. Serve programmazione. Serve una visione d’insieme. La zanzara si combatte prima che nasca. E per farlo bisogna conoscere dove nasce, cioè nell’acqua stagnante. Nei parchi pubblici il Comune ha il dovere di agire, ma serve continuità. Non bastano due passaggi in primavera. Servono trattamenti larvicidi regolari, cura del verde, vigilanza. Ma anche il cittadino ha il dovere di osservare, segnalare, pretendere interventi. Un parco come quello della Magana è patrimonio collettivo. Deve essere vivibile e sicuro.
Nel condominio, però, le responsabilità diventano più articolate. Qui entra in gioco l’amministratore, figura spesso invisibile ma fondamentale. È lui a dover proporre un piano stagionale di disinfestazione, coinvolgere ditte specializzate, sensibilizzare i residenti. Non è raro che un singolo sottovaso dimenticato possa diventare il nido perfetto per centinaia di larve. Basta una settimana di caldo e pioggia per trasformare un angolo verde in una trappola per tutti. È nei cortili condominiali che la battaglia può cominciare con successo o fallire miseramente. E anche qui, non bastano le ordinanze: serve consapevolezza.
La salute pubblica non è più un tema astratto. I dati parlano chiaro: l’Italia ha registrato negli ultimi anni casi autoctoni di virus una volta considerati esotici. Le zanzare si adattano, cambiano, resistono. E l’estate sempre più lunga gioca a loro favore. Questo significa che ogni cortile, ogni parco, ogni balcone deve essere pensato come un nodo di una rete più ampia, dove prevenzione e responsabilità camminano insieme.
Abbiamo chiesto a Marco cosa dovrebbe fare un condominio oggi, subito, per evitare problemi seri. La risposta è più semplice di quanto sembri: intervenire prima. Non aspettare la lamentela, la puntura, la crisi. Agire a maggio, non a luglio. Monitorare le caditoie, pulire i pozzetti, verificare le grondaie, svuotare i sottovasi dopo ogni temporale. E soprattutto, parlarne in assemblea. Perché la salute è un tema condominiale, non solo personale. Un buon amministratore dovrebbe mettere la disinfestazione al pari della pulizia scale o del riscaldamento. Non è un vezzo. È un investimento. In tranquillità, in vivibilità, in qualità della vita.
Nel caso di Cassano Magnago, l’auspicio è che la segnalazione pubblica diventi occasione di intervento. Ma anche spunto per altri quartieri, altre città. Non possiamo più permetterci di agire in ritardo. Le zanzare non conoscono confini di proprietà. Volano libere tra cortili, scuole, parcheggi e parchi. E se noi cittadini rimaniamo fermi, loro continueranno a pungere indisturbate.
Ecco perché raccontare una storia così semplice come quella di una passeggiata rovinata al parco diventa un gesto di cittadinanza attiva. È un invito a rivedere il nostro modo di abitare. Perché vivere in condominio non è solo dividere spese o spazi, ma anche rischi, precauzioni e soluzioni. Il benessere di una comunità parte dai dettagli. Anche da quelli piccoli, invisibili, e a sei zampe.
A.L