sabato, 2 agosto 2025

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Festa Nazionale Svizzera: nel condominio elvetico si vive meglio… ma senza tirare lo sciacquone

È il primo agosto e mentre oltreconfine si accendono le lanterne rosse della Festa Nazionale Svizzera quella che celebra la fondazione della Confederazione con falò ordinati, fuochi d’artificio silenziosi e (naturalmente) rigorose autorizzazioni comunali — qui, nella redazione di Beneventi in Condominio, ci è venuto un pensiero affettuoso, ironico e vagamente provocatorio: ma com’è vivere in condominio… in Svizzera?

Già, perché al di là del confine, tra laghi immacolati e montagne da cartolina, il vivere insieme non è solo una questione di educazione e rispetto. È una questione di regolamenti. Tanti. Precisissimi. Dettagliati come un meccanismo di orologeria. Anzi, forse ancora più rigidi. E tra i più celebri, ce n’è uno che ogni italiano che abbia affittato un appartamento a Lugano o Ginevra ha imparato con un misto di incredulità e senso di colpa: “Dopo le 22, vietato tirare lo sciacquone”.

Avete letto bene. In alcuni cantoni svizzeri, è espressamente sconsigliato (e in certe case proibito dal regolamento condominiale) l’uso notturno della toilette in modalità rumorosa.
Non solo: agli uomini è richiesto di urinare da seduti, per evitare che lo scroscio rimbombi lungo le tubature, disturbando l’insonnia del vicino del piano di sotto.
Ora, immaginiamo il momento drammatico: un ticinese in vacanza a Roma, alle prese con il bagno di un B&B del centro, che esce tremando dalla toilette col terrore di essere denunciato.

Ma se lo sciacquone notturno vi sembrava il picco della regolamentazione, aspettate: in Svizzera le lavanderie condominiali sono spesso comunitarie, con turni prestabiliti e regole ferree.
In certi edifici, esistono addirittura dei “diari della lavatrice” dove bisogna annotare con precisione scientifica orari, tipo di bucato, quantità di detersivo usata e – guai a voi – eventuali pelucchi dimenticati nel filtro.
C’è chi sostiene che queste lavanderie siano il vero barometro sociale del quartiere: luoghi di tensioni silenziose, ma anche (inaspettatamente) di grandi alleanze.
“Ho conosciuto mia moglie durante il turno del martedì sera”, ci ha raccontato – senza ironia – un gentile signore di Winterthur. “Stava centrifugando degli asciugamani, io piegavo le camicie. Poi ci siamo sposati. Ora condividiamo una lavatrice tutta nostra.”

E come dimenticare la leggenda (o forse realtà?) di quel piccolo condominio nel Canton Ticino dove, dopo una discussione culinaria degenerata in assemblea, è stata ufficialmente vietata la preparazione della carbonara, giudicata troppo “invasiva” per le narici elvetiche.
“Ricorda troppo l’Italia, e i nostri nasi sono sensibili”, avrebbe detto il caposcala.
Si è poi optato per una pacifica soluzione: carbonara sì, ma solo il giovedì e solo se con guanciale a basso impatto olfattivo.

E in Italia?

Qui da noi, si sa, la vita condominiale è un po’ più… emotiva. Le regole ci sono, certo, ma spesso vengono interpretate con una flessibilità degna di un contorsionista.
Il bucato? Lo si fa quando capita, anche se piove.
La carbonara? Sacra, ovunque, in ogni momento. E se in qualche palazzo si litiga per l’odore di cipolla, è più facile che la questione finisca a colpi di battute che in assemblea con avvocati.

La nostra forza – se vogliamo vederla così – sta nel caos affettuoso della convivenza all’italiana, dove tra urla in cortile, grigliate improvvisate e saluti gridati dal balcone, ci si arrangia.
Il regolamento? Ce l’abbiamo anche noi. Solo che spesso è quel libretto impolverato che nessuno ha mai letto fino in fondo. O meglio, che ognuno interpreta a modo proprio.

Eppure, a guardar bene, anche da noi qualcosa sta cambiando: c’è più attenzione al rispetto degli altri, al silenzio nelle ore giuste, alla condivisione intelligente degli spazi.
Insomma, non diventeremo svizzeri, ma un po’ di precisione la stiamo imparando.
Con il nostro stile, ovviamente.

Buona Festa Nazionale, vicini svizzeri (e italiani)!

E allora, cari lettori di confine e non, mentre oggi i nostri vicini celebrano la nascita della loro patria con discrezione e compostezza, noi ci prepariamo al nostro rito di mezza estate: il week-end condominiale.
Che sia al mare, in montagna o nel cortile sotto casa, il 1° agosto è la nostra occasione per tirar fuori tavoli, tovaglie a quadretti e litrate di bibite frizzanti.

Se siete in condominio, fatevi avanti: organizzate qualcosa. Anche una semplice anguriata.
Invitate anche il vicino burbero. Magari ha solo bisogno di compagnia.
E se siete all’estero, mandate una cartolina. Vecchio stile. A volte basta poco per sentirsi parte di qualcosa.

Ai nostri amici svizzeri, con affetto e un sorriso: vi promettiamo che proveremo a tirare meno la catena dopo le 22, anche se la carbonara continueremo a farla (e ad amarla).
Buona Festa Nazionale a voi. ,

Dalla redazione di Beneventi in Condominio.