Camera Condominiale Varese rivela: solo il 2% delle assemblee finisce in tribunale. E allora perché abbiamo tutti paura di litigare?
Ogni anno, con la puntualità di un’eclissi tanto attesa quanto temuta, migliaia di italiani si siedono nelle sale riunioni dei loro condomìni per partecipare all’assemblea. E subito parte il racconto: “Ah, ma lì si litiga sempre!”, “È una giungla”, “Tutti urlano e nessuno ascolta”. Ma è davvero così?
La risposta, sorprendentemente, è no.
Secondo un sondaggio online promosso dall’associazione Camera Condominiale Varese, condotto su un campione qualificato di amministratori professionisti con oltre 10 anni di esperienza e in media più di 30 stabili gestiti ciascuno, emerge un dato illuminante: solo il 2% delle assemblee condominiali degenera in una lite seria tale da finire in tribunale.
La realtà oltre il mito
Come si spiega allora questa convinzione diffusa che l’assemblea condominiale sia sinonimo di rissa verbale? La risposta sta in un mix di percezioni, esperienze personali amplificate e narrazioni sociali. In altre parole, la fobia del litigio è più culturale che concreta.
Siamo un Paese abituato alla teatralità nei dibattiti, lo sappiamo. La TV e i social non hanno certo aiutato: spesso basta una clip virale di un condomino che sbatte i pugni sul tavolo per rinforzare un pregiudizio già radicato. Ma quei casi sono l’eccezione, non la regola.
Il ruolo dell’amministratore: regia e competenza
Il sondaggio di Camera Condominiale Varese suggerisce anche un altro punto fondamentale: quando l’assemblea è ben condotta, funziona. Il ruolo dell’amministratore – o meglio, del regista – è cruciale. Una conduzione chiara, imparziale, attenta ai tempi e ai toni può trasformare l’assemblea da potenziale campo minato a strumento democratico ed efficace.
Come ci racconta una delle professioniste intervistate:
“Le assemblee non sono mai facili, ma non devono essere drammatiche. Con metodo, preparazione e ascolto, si trovano soluzioni anche su temi caldi. Il segreto è evitare improvvisazioni e personalismi.”
Dal pregiudizio alla partecipazione
La vera sfida allora non è evitare lo scontro, ma superare il pregiudizio. È vero che il conflitto può emergere – dove c’è pluralità di visioni, è naturale – ma questo non significa caos. Anzi, se ben gestito, può diventare occasione di confronto, crescita e coesione.
Forse è il momento di raccontare un’altra verità sulle assemblee. Una verità più noiosa ma più sana: quella di cittadini che, spesso in silenzio, si siedono, discutono, decidono.
E, nel 98% dei casi, non volano né parole grosse né carte bollate.
Le assemblee condominiali non sono un ring. Sono strumenti di partecipazione. Se ben coordinate, diventano il motore silenzioso di una convivenza civile. Basta solo cambiare punto di vista. E, magari, fidarsi un po’ di più della regia.
Camera Condominiale Varese