La scena è sempre la stessa, ogni anno, puntuale come l’afa e le zanzare: 10 agosto, ore 8.45, il citofono tace, la buca delle lettere trabocca, e l’ascensore si ferma al terzo piano. “Dov’è finito il portiere?” si domanda la signora del secondo, appena tornata dalla spesa con tre borse e il carrello. “In ferie, come tutti noi”, risponde l’amministratore con un sorriso educato. “Ma non si può lasciare il condominio scoperto!”, ribatte indignato il pensionato del primo, da sempre convinto che il portiere debba esserci anche a Natale.
Ed è proprio questa l’occasione per rispondere con chiarezza – e un po’ di serietà, come ci contraddistingue su Benvenuti in Condominio – alla domanda: il portiere ha diritto alle ferie ad agosto? E cosa comporta la sua assenza per la vita condominiale?
Ferie d’agosto: un diritto, non un privilegio
Sfatiamo subito il mito. Il portiere (o custode, come tecnicamente definito dal CCNL) non è un servo della gleba in chiave moderna, né una figura mitologica destinata a sorvegliare il portone 365 giorni l’anno. È un lavoratore subordinato, con diritti, tutele e doveri ben definiti dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro per i dipendenti da proprietari di fabbricati (CCNL Confedilizia-Federcasa), aggiornato da ultimo nel 2022.
Tra questi, vi è il diritto alle ferie annuali retribuite, pari a 26 giorni lavorativi per i portieri a tempo pieno. E, come qualsiasi lavoratore, può chiederle – e di norma ottenerle – in agosto, se compatibile con le esigenze del condominio. Non è un’opzione facoltativa, né una concessione: è un diritto sancito anche dal Codice Civile (art. 2109 c.c.).
Chi decide quando il portiere va in ferie?
La programmazione delle ferie è un gioco delicato tra le esigenze del dipendente e quelle organizzative del datore di lavoro, che in questo caso è il condominio. In genere, è l’amministratore, per conto dell’assemblea, a gestire i turni con il portiere, stabilendo un periodo che non crei disagi eccessivi.
Ma attenzione: nessuno può costringere il portiere a rinunciare a tutto il mese di agosto, come accadeva in passato. La Corte di Cassazione ha più volte ribadito che le ferie devono essere fruite annualmente e in modo compatibile con la salute psicofisica del lavoratore.
Insomma, anche il portiere ha diritto a spegnere il citofono e rilassarsi, magari senza dover rispondere alla solita domanda: “Mi è arrivato un pacco Amazon?”
E quando il portiere non c’è
E qui cominciano le dolenti note. Perché, come spesso accade, ci si accorge del valore del portiere solo quando non c’è. La sua assenza, anche per due o tre settimane, può diventare un piccolo terremoto organizzativo:
- Il citofono squilla a vuoto e il cancello resta chiuso più del dovuto.
- Le pulizie delle scale rallentano, se il portiere se ne occupava.
- I pacchi vengono rimandati al mittente.
- Gli ospiti vagano smarriti per le scale, senza alcuno che li indirizzi.
Per non parlare delle piccole grandi emergenze quotidiane, dal lampione fulminato alla perdita del tubo del giardino, che in assenza del portiere restano lì, in attesa del suo ritorno
Le alternative possibili: supplenze, appalti e buonsenso
La legge consente al condominio, durante l’assenza del portiere, diverse opzioni per garantire continuità nei servizi:
- Affidamento temporaneo a un sostituto
Il contratto collettivo prevede la possibilità di assumere un portiere sostituto, anche per periodi brevi. Di solito, viene selezionato attraverso l’amministratore, e ha un contratto a tempo determinato. - Esternalizzazione del servizio
In alcuni casi, il condominio preferisce affidare temporaneamente il servizio a una cooperativa o società specializzata. È più costoso, ma spesso più efficiente in termini organizzativi. - Redistribuzione delle mansioni
Per condomìni piccoli, si può scegliere di sospendere alcuni servizi non essenziali o di affidarli momentaneamente a imprese di pulizia o manutenzione già attive nel condominio.
Quale che sia la soluzione, serve chiarezza con i condomini, comunicazione preventiva, e magari una buona dose di tolleranza: nessun portiere si diverte a lasciare il proprio stabile senza assistenza.
Ma è obbligatorio sostituirlo?
No. Non esiste alcun obbligo giuridico di sostituzione durante le ferie del portiere. Tuttavia, è fortemente raccomandabile nei condomìni grandi, o in quelli dove il portiere svolge funzioni essenziali come la sorveglianza o la custodia chiavi.
E poi c’è la sicurezza: in agosto, quando molti appartamenti sono vuoti e il condominio diventa un deserto urbano, la figura del portiere è un deterrente naturale contro intrusioni e furti. In sua assenza, è opportuno:
- Rafforzare l’illuminazione delle aree comuni.
- Verificare la funzionalità di videocitofoni e serrature elettroniche.
- Sensibilizzare i condomini su comportamenti responsabili (es. non lasciare portoni aperti).
Conclusione: rispetto, organizzazione e consapevolezza
La domanda iniziale – “può il portiere andare in ferie ad agosto?” – si risponde con un sì convinto. Non solo può: deve, se vuole ricaricarsi e tornare a gestire il condominio con la pazienza e la dedizione che tanti di loro mettono ogni giorno nel proprio lavoro.
Ma, come sempre in condominio, la chiave è la programmazione. Non si può improvvisare. Serve un piano ferie condiviso, deliberato in assemblea, con l’eventuale copertura dei costi di sostituzione e una comunicazione puntuale a tutti i residenti.
Alla fine, anche ad agosto, il condominio può funzionare. Magari con un po’ più di spirito di collaborazione tra vicini, e con la consapevolezza che il portiere non è solo “uno che apre la porta”, ma una figura di fiducia, una presenza discreta, spesso invisibile ma fondamentale.
E quando torna, magari dopo due settimane in Calabria, offritegli un caffè e un sorriso. Perché anche lui, come noi, ha bisogno di ferie. E se le è ampiamente guadagnate.
Redazione Benvenuti in Condominio-“Ferie e portineria: come organizzarsi senza stress (e con rispetto)”