venerdì, 14 novembre 2025

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L’amministratore disonesto lodato: un paradosso che ci riguarda – Quando la Bibbia racconta il condominio di oggi

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È uno dei passi più sorprendenti del Vangelo. Una parabola che sconcerta anche i credenti più navigati, un messaggio che pare rovesciare le categorie morali che ci aspettiamo dalla Scrittura. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza” (Lc 16,8). Parliamo della celebre parabola dell’amministratore infedele, che, scoperto a dissipare i beni del padrone, invece di pentirsi… sistema i suoi conti falsando i debiti per farsi amici. Eppure, viene lodato. Non per la disonestà, ma – pare – per la sua furbizia, per la capacità di agire in tempo.

Eppure, questa parabola – che apparentemente ci lascia perplessi – è attualissima, e parla anche (e soprattutto) al mondo dei condomìni, alla figura dell’amministratore e al delicato equilibrio tra gestione, responsabilità, fiducia e trasparenza. Ma attenzione: non è un invito a “barare meglio”, bensì un monito a comprendere il tempo in cui si vive e ad agire con intelligenza, non per interesse personale, ma per il bene comune.

Un amministratore, tanti sguardi

Nel condominio medio italiano, l’amministratore è spesso percepito come un burocrate un po’ grigio, un tecnico che firma preventivi e rincorre morosi. Ma la realtà è molto più complessa: è un mediatore, un custode di relazioni, un gestore di beni che non possiede, ma che deve amministrare con cura, precisione e trasparenza.

Ecco che il paragone con la parabola evangelica torna dritto al punto. Anche lì abbiamo un amministratore che gestisce beni non suoi. E quando viene colto in fallo, non nega, non fugge, ma agisce. In modo discutibile? Certo. Ma Gesù non lo loda per l’imbroglio. Lo loda perché capisce che deve muoversi, che non può restare fermo. Perché, ci ricorda il Vangelo, “i figli di questo mondo, verso i loro pari, sono più scaltri dei figli della luce”.

Perché è attuale

Nel 2025, parlare di trasparenza e responsabilità nella gestione condominiale è più che mai urgente. Troppi ancora considerano il condominio una pratica noiosa, un insieme di carte da firmare una volta all’anno. Ma il condominio è il nostro spazio di vita, è il luogo dove abitiamo, cresciamo, invecchiamo. E l’amministratore non può più essere solo “colui che tiene i conti”, ma deve essere un professionista formato, etico, empatico, presente.

Ecco perché questo passo di Luca ci riguarda: perché ci ricorda che l’amministrazione non è solo tecnica, ma scelta di campo. E che chi gestisce ciò che è di altri ha un’enorme responsabilità morale, sociale, relazionale. In un tempo in cui la fiducia si logora e i conflitti condominiali aumentano, serve più che mai una scaltrezza buona, capace di leggere le situazioni complesse e trovare soluzioni concrete.

Ma chi sono gli “amministratori disonesti” di oggi?

Non pensiamo solo a chi ruba o truffa – casi gravi, ma per fortuna minoritari. Pensiamo a chi accumula incarichi ma non risponde alle mail, a chi firma bilanci senza leggerli, a chi media conflitti solo per quieto vivere. L’amministratore infedele non è solo chi si appropria di fondi, ma anche chi abbandona il proprio ruolo etico, chi dimentica che gestisce la vita delle persone.

E d’altra parte, i “padroni” – cioè i condomini – spesso sono disattenti, sfiduciati, passivi. Pretendono trasparenza, ma non leggono i documenti. Criticano, ma non partecipano. È un sistema che ha bisogno di rinascere, e può farlo solo se entrambe le parti recuperano il senso profondo della corresponsabilità.

Una lezione (anche spirituale)

Gesù non giustifica l’inganno. Ma invita a ragionare sul valore dell’intelligenza operativa, sulla capacità di scegliere, di prevenire il disastro, di investire relazioni, di non restare immobili. È una chiamata a non sprecare il tempo, a usare bene le risorse, a non aspettare che sia troppo tardi.

E nel mondo condominiale, questo significa:

  • Agire prima che le liti degenerino
  • Gestire i fondi con attenzione, prima che si aprano falle
  • Comunicare con chiarezza, prima che la sfiducia si allarghi
  • Formarsi continuamente, prima di restare indietro

L’amministratore “lodatamente onesto”

In questo senso, l’amministratore ideale non è quello che “non sbaglia mai”, ma quello che agisce con visione, ascolta, si confronta, risponde, rispetta. Un po’ disonesto? No. Ma scaltro sì – nel senso buono. Perché, in un mondo che cambia rapidamente, anche il condominio ha bisogno di persone capaci di connettere regole e umanità, tecnicismi e buon senso, conti e cuore.

Forse è questo, alla fine, il messaggio paradossale della parabola: non accontentarti di essere corretto – sii anche efficace. Non basta essere “nel giusto”, serve anche essere “nel tempo giusto”. E il tempo è ora.

Conclusione

L’amministratore disonesto, l’uomo che trova una soluzione creativa a una situazione disperata, ci sfida ancora oggi. Non ci invita alla furbizia a scapito degli altri, ma alla scaltrezza responsabile, alla saggezza attiva, alla prontezza nel fare il bene anche nei sistemi più difficili.

Nel condominio, come nella vita, la vera fedeltà non è restare immobili, ma prendersi cura del bene comune. E se oggi questo versetto ci sorprende, è forse perché ci chiede di guardare il nostro quotidiano – anche quello fatto di bilanci e scale da lavare – con occhi più profondi.

Perché ogni condominio, a modo suo, è una piccola parabola. Sta a noi non perderla di vista

Redazione

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