Per il B&B L’Ulivo Petite Maison nella zona tra via Gerli Arioli e via Fermi, Gavirate, l’estate 2025 non ha avuto il rumore delle valigie sul selciato, ma quello delle marmitte truccate.
Le prenotazioni? In calo. I turisti? Sempre più spesso infastiditi. Il motivo? Una lunga scia di disagi notturni e non solo.
«Anche quest’anno – racconta – abbiamo ricevuto lamentele da diversi ospiti, sia di persona che tramite recensioni. La casa è apprezzata per posizione e servizi, ma il rumore notturno dai parcheggi vicini ha inciso negativamente sull’esperienza di molti», afferma Barbara Barbiero, titolare del B&B.
Raduni notturni, gare improvvisate e moto tra le transenne
La zona in questione è vicina a un’area commerciale con ampi parcheggi, che di sera si trasforma in un “autodromo urbano”.
Secondo la testimonianza della titolare e altri residenti, gruppi di giovani – spesso in scooter o moto – organizzano raduni e gare improvvisate, passano a ripetizione nonostante i divieti di transito, e usano lo spazio anche per ascoltare musica ad alto volume e urlare fino a notte fonda.
«Anche ieri sera – racconta – sono dovuta intervenire più volte: moto, schiamazzi, gare. Hanno continuato fino alle 2».
«Ho chiamato il 112 più volte. La Polizia Municipale mi ha confermato che non fanno servizio notturno. Ho chiesto di modificare il passaggio tra le transenne, ma mi è stato risposto che si tratta di misure europee. Ho proposto una telecamera, ma non è prevista al momento. I dissuasori nel parcheggio confinante non bastano: vengono usati come slalom».
Rifiuti, degrado e cestini stracolmi
Il problema non è solo acustico: l’area si riempie ogni giorno di sacchetti abbandonati, soprattutto provenienti da fast food della zona.
«Il Comune ha installato dei cestini, ma spesso sono stracolmi di sacchetti del McDonald’s. L’abbandono dei rifiuti è aumentato insieme al degrado complessivo dell’area».
Dalla protesta all’azione collettiva
Barbara, insieme ad altri cittadini della zona, sta valutando la creazione di un comitato per raccogliere firme e chiedere la chiusura dei parcheggi nelle ore notturne, una misura già adottata in altri comuni per scoraggiare i raduni notturni e restituire tranquillità a residenti e turisti.
«La nostra è una zona tranquilla di giorno, ma dalle 22 in poi cambia volto. Non possiamo far finta di nulla: il turismo ne soffre, e con lui anche chi ci vive tutto l’anno».
Serve ascolto, prima delle urla
La situazione raccontata è solo una delle tante che, in tutta Italia, mettono in luce il cortocircuito tra aree urbane pensate per il commercio e spazi residenziali che hanno bisogno di silenzio e sicurezza.
Quando le forze dell’ordine non bastano, è il dialogo tra cittadini e istituzioni che può fare la differenza. A patto che ci sia ascolto reale, prima che l’unica opzione resti chiudere le finestre… o la struttura ricettiva.
Redazione