Oggi, incontriamo Aldo Palmeri, un programmatore con la passione per la scrittura. Ma chi è esattamente Aldo? Che tipo di scrittura è la sua? Che cosa scrive?
Scopriamolo insieme.
Prima di tutto, presentiamoci
Sono Aldo Palmeri, scrivo romanzi, racconti brevi, soprattutto thriller psicologici.
Nella vita, sono un programmatore di automazione industriale, ovvero scrivo i programmi che vengono utilizzati per far funzionare macchinari complessi, sistemi automatici, robot. In sostanza scrivo sequenze logiche, come si deve comportare un oggetto, un sistema di produzione, un macchinario. Definire il comportamento di un sistema automatico è difficile, perché il dettaglio fa la differenza, sempre, non si deve sbagliare. Proprio per questo mi affascina tremendamente l’essere umano, nel senso che, a differenza delle macchine, l’essere umano non segue mai sequenze perfette, c’è sempre qualcosa che incontra, in cui inciampa, che cambia, che gli resiste, cade, si rialza.
Perché scrivi? Che “tipo” di autore sei?
Scrivere, per me, è come cercare di capire l’imprevedibile dell’essere umano, per questo mi piace la parte psicologica dei miei racconti e mi concentro su questa, è come se ogni dettaglio potesse accendere una luce sopra la storia, un dubbio, un gesto, un titolo di telegiornale, un fiore può essere l’occasione di parlare di qualcosa di apparentemente nascosto che sta sotto la superficie delle storie.
Penso di essere un autore che scava nell’animo umano, racconto storie dove la tensione è sempre presente ma non esplode, è invisibile ma costante. Non inseguo il colpo di scena, mi interessa ciò che accade prima, mi interessa il momento in cui qualcosa si rompe, qualcosa si incrina, la parola che non affonda, il gesto che cambia tutto senza che ci si accorga. Il non detto.
Non sono un tipo da prima pagina, preferisco lavorare dietro le quinte, fare parlare i miei personaggi, i miei racconti, le mie storie.
A chi ti rivolgi?
Mi rivolgo a lettori e lettrici intelligenti, sensibili, a chi ama perdersi in una pagina che non dà risposte ma lascia delle domande, preferisce la psicologia alla pistola, chi predilige la scrittura elegante all’inseguimento. Scrivo per chi non ha paura di sentire qualcosa che lo tocca, che lo sorprende, anche se fa male, anche se poi, finita la lettura, resta dentro.
Non cerco il colpo di scena, preferisco gestire l’attesa, l’inquietudine che cresce piano piano, scrivo per chi non ha paura di rimanere in silenzio, di ascoltarsi, per chi sa restare solo con quella pagina aperta e con tutto ciò che non viene spiegato.
I miei lettori leggeranno pagine vere, dove c’è scritto qualcosa che resta. Li porterò sempre dentro le voci concrete dei miei personaggi e delle loro vicende, perché le storie vere iniziano molto prima di essere stampate sulle pagine di un libro.
Come nascono le tue storie?
A volte basta pochissimo, una frase sentita per strada, un silenzio fra sconosciuti, una frase fuori posto quando ci si trova nel posto sbagliato nel momento sbagliato, per esempio. L’ qualcosa si accende. Di solito arriva un’idea, anche solo una ma è come se fosse una scintilla, illumina ciò che è lì. Vedo frammenti, cenni sparsi, sensazioni, non so dove mi porteranno ma sono pensieri vivi, li riconosco, inizio a raccoglierli in disordine, così come vengono senza sapere se si incastreranno tra di loro. A volte, i pensieri si trasformano in romanzi, in racconti, tante altre volte, tantissime altre volte rimangono sospesi in attesa di prendere vita.
Prendo appunti, scrivo anche solo pochissime righe, anche solo per fissare nella memoria quella sensazione che è bellissima. Magari un giorno ci tornerò, magari resterà solo un’idea senza sviluppo, lì chiusa nel cassetto, ma ci sono scintille che mi arrivano più forti di altre e in quel caso l’idea resta lì, insiste, non se ne va, man mano scopro che tutto regge, c’è un filo che lega insieme i pensieri e più tardi capiscono come cucirli insieme, poi inizia il vero lavoro, trasformare quel tessuto senza forma in una storia che tenga con il fiato sospeso fino all’ultima riga, che è il mio modo di comunicare.
Vi è mai capitato di sentire qualcosa nascere dentro e di non sapere esattamente come prenderà forma? Ecco, a me capita ogni volta che ho stimoli che mi sollecitano a scrivere un breve racconto o un romanzo.
Dove si trovano i tuoi libri?
Questo per me è un punto delicato. Ad oggi, non c’è ancora nessun libro in libreria. Pensavo che sarebbe stato più semplice, scrivi, finisci, controlli, pubblichi, in realtà servono riletture, confronti tempo, fatica. Pubblicare è un mestiere, ma sto preparando la strada. Uno tra i miei romanzi è finalista in un concorso, un secondo è in fase di avanzata revisione, un terzo sta prendendo forma ogni giorno pagina per pagina.
In attesa di pubblicare con la nostra Casa Editrice il suo romanzo, per Benvenuti in Condominio Aldo gestisce la rubrica Il vento dentro.
Se siete curiosi di scoprire di più su Aldo e ciò scrive, potete seguire i suoi canali social Facebook e Instagram.
Giulia Nicora