Era un pomeriggio d’estate come tanti. A Sesto San Giovanni il caldo vibrava sulle finestre dei condomìni come in un film in bianco e nero. In uno di questi palazzi, un uomo ha perso la vita. Una fiamma, forse una disattenzione, forse un cortocircuito, e in pochi minuti l’inferno ha invaso scale, pianerottoli, pareti. Nessuno si aspettava di vedere arrivare i vigili del fuoco, le sirene, le ambulanze. Eppure, è successo.
Succede. Più spesso di quanto pensiamo. In silenzio, senza preavviso. Il fuoco non aspetta le assemblee condominiali. Non rispetta orari, delibere o proroghe. Non si ferma davanti a porte blindate o a moduli catastali. E soprattutto, non fa sconti.
Nel palazzo di Sesto San Giovanni, quell’uomo non è morto solo per le fiamme. È morto anche per l’assenza di prevenzione. Per un sistema che, troppo spesso, affida la sicurezza alla fortuna. E quando si parla di condomìni, la fortuna non è mai una strategia.
Il grande rimosso delle assemblee: la sicurezza antincendio
Parliamo spesso di morosità, di quote millesimali, di bonus e di superbonus. Ma quando in assemblea si prova ad alzare la mano e dire: “E se scoppiasse un incendio?”, il brusio cala, gli occhi si abbassano e qualcuno sussurra: “Poi vedremo”.
Ma poi non si vede mai. Si va avanti. Intanto, scale non a norma, porte tagliafuoco bloccate da biciclette, impianti elettrici vecchi di decenni, estintori dimenticati e vie di fuga più simili a un labirinto che a una salvezza continuano a rappresentare una trappola silenziosa. In attesa della scintilla giusta.
Ma quindi, cosa può fare davvero un condominio?
Innanzitutto, prendere coscienza. L’assemblea non è solo luogo di conti da chiudere e discussioni sulle tende parasole. È anche — e soprattutto — il luogo in cui si decide della sicurezza delle persone. Parliamo di famiglie, bambini, anziani, vite.
Un buon amministratore dovrebbe inserire all’ordine del giorno un punto fisso: la verifica periodica della sicurezza antincendio. Sì, esatto, come si fa con la revisione dell’auto. Solo che qui l’auto è l’intero condominio.
Le misure da adottare sono chiare e normate:
- Controllo degli impianti elettrici nelle parti comuni.
- Installazione e manutenzione di estintori e segnaletica di emergenza.
- Verifica delle vie di fuga e delle porte tagliafuoco.
- Redazione del piano di emergenza, anche se non sempre obbligatorio per legge.
- Simulazioni di evacuazione, specie nei condomìni più grandi o con presenza di persone fragili.
Non è solo una questione normativa, è una questione etica. Se il nostro vicino non riesce a scappare in tempo perché il corridoio era ingombro, ne siamo responsabili anche noi. Il condominio è un ecosistema. Se brucia un piano, è tutta la casa a crollare.
Gli obblighi dell’amministratore… e dei condomini
La legge è chiara: l’amministratore ha il dovere di vigilare sul rispetto delle normative di sicurezza. Se non lo fa, può essere chiamato a rispondere penalmente in caso di incidente. Ma anche i condomini hanno una responsabilità. Perché decidere di “rimandare” o “risparmiare” può tradursi, nel peggiore dei casi, in una tragedia annunciata.
La manutenzione straordinaria per adeguare impianti e percorsi antincendio costa? Certo. Ma quanto costa una vita?
E il valore dell’immobile?
Un edificio che non investe in sicurezza perde valore, e lo perde in fretta. Le agenzie immobiliari lo sanno. Gli acquirenti anche. Le assicurazioni aumentano i premi. E quando c’è un precedente come un incendio, anche se non ci sono stati danni strutturali, l’immobile viene marchiato. È un dato psicologico, oltre che economico.
Chi vorrà acquistare una casa dove si è sviluppato un incendio grave? Chi sarà disposto a pagare il giusto prezzo per un appartamento in un palazzo dove le porte antincendio non si chiudono, gli impianti sono vetusti e i condomini litigano su tutto tranne che sulla sicurezza?
Dalla tragedia alla consapevolezza
Il dramma di Sesto San Giovanni ci tocca tutti. Perché chiunque vive in un condominio. Perché chiunque ha almeno una volta sentito puzza di bruciato da una padella dimenticata. Perché tutti abbiamo un vicino anziano, un bambino in casa, un parente fragile.
La lezione è semplice e dura: non possiamo più permetterci di ignorare il rischio incendio.
Non serve farsi prendere dal panico, ma serve agire. Serve leggere il regolamento di condominio con occhi nuovi. Serve pretendere che l’amministratore sia preparato. Serve che anche noi, singoli inquilini, facciamo la nostra parte. Non parcheggiando davanti all’uscita di emergenza. Non stipando scatoloni nel sottoscala. Non bloccando le porte tagliafuoco con i sacchi della raccolta differenziata.
Prevenire, in fondo, è un gesto di amore
Un condominio sicuro è un condominio che si prende cura dei suoi abitanti. Non è un bunker, è una comunità. E ogni scelta che porta a ridurre i rischi è una dichiarazione d’intenti: voglio vivere qui, voglio vivere bene, voglio vivere al sicuro.
Ecco perché, ogni volta che leggete la parola “sicurezza” nell’ordine del giorno, non pensate “che noia”. Pensate “che fortuna che se ne parli”. Pensate all’uomo che non è riuscito a uscire. Pensate a chi è rimasto. Pensate a voi.
Per approfondire il tema della sicurezza in condominio, e per conoscere buone pratiche, errori da evitare e storie vere che aiutano a riflettere, vi invitiamo a seguire la nostra serie video dedicata alla vita nei condomìni:
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Redazione