domenica, 27 luglio 2025

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Il portinaio che parlava alle piante (e non aveva bisogno dell’AI)

C’erano una volta i portinai. Quelli veri. Con la sedia davanti alla guardiola, il termos di caffè e l’orecchio teso più del citofono. Erano i custodi non solo della posta, ma anche dei segreti. Sapevano tutto, vedevano tutto, e – se erano di buon umore – raccontavano niente.

Poi sono arrivati i badge elettronici, le app per la consegna dei pacchi, i videocitofoni intelligenti. E adesso, a quanto pare, pure l’intelligenza artificiale. Ma davvero pensiamo che un algoritmo possa sostituire la signora Ada, che dal terzo piano capiva subito se eri appena stato lasciato solo guardandoti negli occhi? O il signor Luigi, che riusciva a risolvere le liti tra condomini con un’occhiata e un proverbio milanese?

L’occasione per riflettere su tutto questo ci viene dal brillante intervento di Giacomo Poretti, che in un recente articolo ha raccontato con la sua inimitabile ironia il rischio che anche il portinaio finisca sotto l’assedio dell’AI. Il suo “portinaio d’altri tempi” si ritrova improvvisamente circondato da tecnologie che non capisce e da condomini che parlano con Alexa più che con lui.

E noi, che ci occupiamo ogni giorno di condominio “vero”, con scale da pulire e citofoni che squillano a vuoto, non possiamo che sorridere… e riflettere.

Certo, l’intelligenza artificiale potrà anche suggerirci le previsioni meteo in tempo reale, o avvisarci se c’è una consegna alla porta. Ma potrà mai, con un pizzico di empatia, saperci dire che la signora dell’interno 5 è triste oggi perché è il compleanno del marito che non c’è più?

Il portinaio – quello vero – non è solo un “servizio”. È un collante sociale, una figura mitica a metà tra il confessore e il centralinista. Non ha bisogno di ricarica, ma solo di un caffè ogni tanto. E ha un archivio mentale più dettagliato di qualsiasi cloud.

Eppure, diciamocelo, anche noi siamo cambiati. Corriamo sempre, leggiamo i messaggi sul cellulare senza nemmeno salutare chi incontriamo nell’atrio. Ci lamentiamo se il tappeto all’ingresso non è perfetto, ma non sappiamo nemmeno come si chiama chi vive al piano di sopra.

Forse, più che l’intelligenza artificiale, dovremmo sviluppare una gentilezza naturale. Una capacità di osservare, di ascoltare, di condividere. Proprio come faceva (e fa) il portinaio.

Nei condomìni moderni, il portinaio è diventato una rarità. Alcuni sono stati sostituiti da videocamere, altri da codici numerici, altri ancora da silenziose portinerie automatiche con display LED. Ma il risultato è spesso lo stesso: un condominio più efficiente… e un po’ più solo.

E allora forse, proprio in questo mondo in cui tutto è smart, l’unica vera rivoluzione sarebbe riscoprire lo spirito di comunità. Magari non possiamo permetterci un portinaio in carne e ossa, ma possiamo diventare tutti un po’ “portinai” del nostro condominio: pronti a dare una mano, a scambiare due parole, a spegnere un litigio con una battuta invece che con una diffida.

A ben vedere, il portinaio moderno potrebbe anche avere un tablet in mano e controllare il riscaldamento centralizzato da remoto. Ma se conserva lo spirito di accoglienza e la capacità di leggere tra le righe della quotidianità, poco importa se dialoga con Alexa o con il vicino in pantofole. L’importante è che ascolti, parli, osservi, sorrida

Perché vivere in condominio non è solo dividere spese e pareti. È anche dividere storie, emozioni, a volte perfino risate o piccoli drammi. E in questo, un buon portinaio – o un buon vicino – vale più di mille sensori.

Alla fine, l’intelligenza artificiale può anche imparare il nostro codice fiscale, la nostra targa, le nostre preferenze di temperatura. Ma non saprà mai che siamo intolleranti alla soia, che adoriamo i cani, o che teniamo in frigorifero le lasagne della nonna per la domenica.

Il portinaio sì. E a volte – solo a volte – se glielo chiedi, te ne tiene da parte una porzione.

Conclusione (con sorriso)
In un’epoca in cui tutto sembra dover diventare “intelligente”, il nostro augurio è di non perdere l’intelligenza umana: quella fatta di buon senso, gentilezza, attenzione. Perché sì, anche in condominio, la tecnologia può aiutare. Ma è il cuore, alla fine, a far funzionare davvero un edificio.

E allora, portinai di tutto il mondo, alzate le tapparelle, controllate le cassette postali… e fateci un sorriso. Magari non sarete smart, ma siete insostituibili.

Redazione