Separarsi è difficile. Farlo sotto i riflettori lo è ancora di più. Ma separarsi in condominio… è un’arte.
Mentre i social e le riviste si riempiono di notizie sui dettagli (veri o presunti) della fine della storia tra Chiara Ferragni e Fedez – patrimonio da spartire, custodia dei figli, foto archiviate o meno – noi, qui su Benvenuti in Condominio, ci chiediamo la vera, unica, urgente domanda:
Chi paga le spese condominiali quando due si lasciano ma l’appartamento resta uno solo?
Perché va bene la separazione consensuale, va bene il divorzio breve, va bene anche il cane affidato alternatamente, ma quando arrivano i bollettini del riscaldamento centralizzato e l’amministratore inizia a inviare i solleciti, la realtà bussa alla porta. E mica è detto che sia quella dell’ex che se n’è andato.
Amore finito, rate infinite?
Immaginiamo la scena: lui è andato via di casa, lei è rimasta nell’appartamento intestato a entrambi. Il condominio approva il consuntivo, parte il riparto, arriva l’avviso. Ma chi lo paga?
Nel 90% dei casi la risposta è: il proprietario (o i proprietari).
L’amministratore, povera anima neutrale, non si interessa alla guerra dei cuscini tra ex coniugi. Per lui contano solo le intestazioni catastali. Se l’immobile è ancora cointestato, le spese condominiali lo saranno altrettanto.
Anche se uno dei due si è trasferito a 700 chilometri di distanza e si è rifatto una vita con una collezionista di bonsai.
Ma io non ci abito più!
Capita spesso: uno dei due, di fronte alla pretesa dell’amministratore, risponde indignato:
“Non ci vivo più da mesi! Perché dovrei pagare?”
Perché, caro ex, la proprietà non è una questione di presenza fisica, ma di diritto reale.
Se l’appartamento è ancora a tuo nome (in tutto o in parte), le spese condominiali ti inseguono come un abbonamento dimenticato in palestra.
La tua quota millesimale non ha firmato la separazione. Lei resta lì. Fedelissima.
E se c’è un accordo tra i coniugi
Può esserci. Anzi, è bene che ci sia. Nell’accordo di separazione (consensuale o giudiziale), i due ex possono stabilire che sarà solo uno dei due a farsi carico delle spese condominiali.
Peccato che questo accordo valga solo tra loro.
L’amministratore continuerà a bussare alla porta di entrambi. Se uno non paga, il condominio potrà rivalersi sull’altro. Poi i due, se vogliono, si faranno la guerra in tribunale o dal panettiere.
E se la casa è stata assegnata a uno solo?
Capita soprattutto nei casi con figli. Il giudice assegna l’appartamento al genitore collocatario, che continua ad abitarci con i bambini. L’altro paga il mutuo, l’assegno e magari pure il Netflix. Ma…
…le spese condominiali straordinarie (tipo il rifacimento del tetto o l’adeguamento antisismico) continuano a pesare su entrambi i proprietari.
Quelle ordinarie, invece, possono essere carico di chi usa l’immobile. Ma solo se lo prevede l’accordo o la sentenza. Altrimenti, tocca dividersi tutto.
Il condominio come prova di maturità
Vivere in condominio dopo una separazione è una sorta di corso accelerato di civiltà.
Devi salutare chi non ti saluta più. Devi dividere i costi con chi ti ha lasciato per una collega con il motorino elettrico. Devi ricevere comunicazioni ufficiali da un amministratore che scrive “Spett.li Ferragni e Fedez”, come se nulla fosse cambiato.
Eppure – incredibile a dirsi – spesso è proprio la gestione condominiale a mettere ordine tra i cocci della vita privata.
La chiarezza, la formalità, i millesimi: tutto concorre a trasformare il dolore in spreadsheet.
La vita continua. Anche la quota scale.
E se nessuno paga
Succede. Per rabbia, per dispetto, per confusione, o per semplice mancanza di fondi. E allora il condominio si trova a fare da arbitro silenzioso nella lotta degli ex.
In questi casi, l’amministratore – paziente e imparziale – può agire legalmente contro entrambi. L’unità immobiliare è la garanzia. E alla fine, se le morosità superano il livello di guardia, si rischiano anche azioni esecutive.
Perché il condominio, si sa, non perdona. E non dimentica.
Soprattutto quando ci sono lavori da pagare.
In conclusione: meglio chiarirsi… con calma e con l’amministratore
Separarsi è un fatto della vita. Ma farlo bene, anche dal punto di vista condominiale, è un atto di responsabilità.
Quindi, se siete in quella fase delicata in cui si dividono i cucchiaini, non dimenticate anche di dividere le responsabilità condominiali.
Parlate con il vostro amministratore.
Chiarite le intestazioni.
Aggiornate le tabelle, se serve.
E soprattutto, non lasciate che le scale comuni diventino il campo di battaglia dei non detti.
L’amore può finire.
Ma il riscaldamento va comunque acceso.
A.L