C’è un girone dantesco di cui pochi parlano, ma in cui ogni giorno cadono centinaia di professionisti in giacca e cravatta, stretti tra bilanci da chiudere, ascensori che non funzionano e assemblee che si trasformano in trincee. Si chiama burnout da condominio ed è la sindrome che colpisce un numero crescente di amministratori immobiliari.
Chi sono i nuovi dannati?
Professionisti preparati, spesso partiti con entusiasmo, motivati dall’idea di essere il punto di riferimento per interi palazzi, garanti della buona convivenza e dell’efficienza gestionale. Ma con il tempo, lo stress da sovraccarico lavorativo – unito alla pressione psicologica di dover gestire il conflitto continuo tra condòmini – si trasforma in stanchezza cronica, cinismo e senso di impotenza.
L’amministratore in burnout non dorme più. Risponde a mail notturne, si difende da accuse infondate, si fa carico di responsabilità civili e penali in un ambiente sempre più esigente e sempre meno riconoscente. I condomìni non sono più comunità, ma teatri quotidiani di micro-liti, dove il professionista è chiamato a fare da giudice, psicologo, tecnico, fiscalista e parafulmine.
Il ruolo di Camera Condominiale Varese
In questo scenario, un faro comincia a brillare anche nei cortili più bui: Camera Condominiale Varese, associazione indipendente e innovativa che riunisce oltre 200 associati tra amministratori e revisori, ha deciso di affrontare di petto il tema del burnout condominiale.
L’associazione non si limita a offrire corsi tecnici, ma propone percorsi di sostegno umano e professionale per gli amministratori: spazi di ascolto, consulenze legali e psicologiche, gruppi di confronto tra pari. Perché, come ci racconta il Direttore Generale dell’associazione, “non basta sapere come redigere un verbale: bisogna anche sapere come sopravvivere emotivamente in una professione che logora. Il burnout non è un segno di debolezza, ma un campanello d’allarme che ci dice che il sistema va riformato”.
La proposta: riconoscere e prevenire
Camera Condominiale Varese propone un protocollo di prevenzione del burnout, che parte dalla formazione, passa per l’affiancamento e arriva alla costruzione di una rete di sostegno tra amministratori. L’obiettivo è duplice: ridare dignità al ruolo dell’amministratore e promuovere una nuova cultura della convivenza. Perché un amministratore sereno e supportato lavora meglio, e un condominio ben gestito è un luogo dove si vive meglio. Utopia? Forse. Ma anche Dante, per uscire dall’Inferno, ha avuto bisogno di una guida.
Camera Condominiale Varese