sabato, 2 agosto 2025

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Ci hanno fregati tutti : la cronaca di un condominio caduto nella trappola del 110%

Nel pieno di una mattina d’agosto, davanti a un palazzo di recente ristrutturazione emerse dalle cronache di Lecco la storia che somiglia a un incubo per tanti condomìni: il cantiere avviato con il Superbonus 110% si trasforma in una truffa. Facciate non completate, crediti fiscali sequestrati, condomìni lasciati a gestire conti e responsabilità. Quel che doveva essere un momento di rinascita si è trasformato in una sequenza di atti giudiziari, di verifiche sospese, di assemblee infuocate.

La vicenda racconta una debolezza strutturale: quella del condominio medio che, spesso, viene travolto da pratiche complesse senza gli strumenti per difendersi. La stessa riflessione emerge da articoli precedenti su Benvenuti in Condominio, dove abbiamo analizzato le criticità del bonus energetico, sottolineando come mancanza di controlli e affidamento inconsapevole a filiere opache possano trasformare un’opportunità in un disastro.

La questione non riguarda solo il caso specifico di Lecco. È una storia che potrebbe ripetersi ovunque: condomìni con delibere votate all’unanimità e con entusiasmo, che si ritrovano invischiati in crediti finti, tecnici poco scrupolosi o imprese compiacenti. E oggi la domanda è: chi paga il conto? Chi resta con le impalcature ferme, con bilanci in rosso, con lavori incompiuti?

In tanti articoli abbiamo raccontato come il Superbonus, nato per stimolare l’efficienza e il rinnovamento, è diventato un terreno fertile per frodi. Abbiamo parlato di assemblee dove la mancanza di informazioni tecniche ha generato delibere superficiali. Abbiamo mostrato come il cantiere a metà mette in ginocchio anche i condomìni che avevano anticipato le somme, affidandosi ciecamente alla fideiussione promessa. Oggi quei condomìni esistono e pagano un prezzo alto: conti disallineati, destinatari incompleti, responsabilità civili.

Il problema non è solo economico, è culturale. Un condominio sano non può affidarsi a una persona sola, né ignorare i segnali. Se il progetto è complesso, serve competenza. Se la cifra è rilevante, serve processo. Significa organizzare preventivi, fare almeno due offerte reali, verificare l’effettiva capacità delle imprese, conservare tutta la documentazione dei lavori. Significa chiedere una copertura assicurativa decennale, un visto di conformità del progetto, un monitoraggio del credito fiscale.

La buona notizia è che la prevenzione è possibile. Serve modificare l’approccio: da quello del “tanto qualcuno sistema tutto” a uno di responsabilità collettiva. Serve formare amministratori competenti, ma anche informare i condomìni. Una scelta che parte da una assemblea consapevole può cambiare l’intero destino del palazzo.

Nel nostro articolo “L’altra faccia del Superbonus” abbiamo evidenziato come tanti lavori, una volta iniziati, si siano trasformati in fantasmi di polvere e intonaco. Le cronache di frode raccontano di sequestri da milioni di euro, crediti e conti bloccati e, in molti casi, condomìni costretti a restituire cifre ingenti, pur non avendo beneficiato di nulla. È una tragedia amministrativa ed economica che va evitata.

Il condominio medio, se vuole sopravvivere oggi, deve diventare consapevole. Non basta firmare la delibera: bisogna capire cosa si sta firmando. Non basta accettare l’impresa più veloce: bisogna verificarne capacità, referenze, solidità finanziarie. Non basta cedere il credito al primo soggetto che lo compra: bisogna sapere come e quando potrà essere riscattato. Se non si intende così prevenire, allora si finisce per curare i danni con spese, assemblee straordinarie, contenziosi.

Il Superbonus non ha cambiato il panorama edilizio come ci si aspettava: ha cambiato il paradigma della fiducia. Oggi, amministratori e condomìni devono ricostruire la credibilità. Si può sì intervenire sugli edifici, ma solo con rigore. Il cappotto termico vale se è concretamente installato. La detrazione fiscale vale se il credito non viene sequestrato. Il valore immobiliare resta tale solo se non si nascondono lavori irregolari.

Ecco la sfida: trasformare il condominio in una comunità resiliente. Dove il lavoro sia fatto davvero, la documentazione sia trasparente, i pagamenti siano verificabili. Dove l’assemblea non sia solo uno strumento formale, ma un luogo di riflessione e controllo incrociato, condiviso. Dove l’amministratore diventa un facilitatore più che un esecutore.

Quel palazzo di Lecco non era un caso isolato. Era il risultato del sogno senza prudenza. Ma quella storia oggi è anche un’opportunità: imparare, riflettere, mettere in sicurezza il nostro condominio prima che arrivi una delibera scritta in fretta, con promesse di guadagni e scarsissimi controlli. Perché una volta che le impalcature restano ferme, il valore crolla. Non solo dell’edificio, ma della fiducia tra vicini. E allora sì che il condominio diventa davvero un fallimento condiviso.

Ogni giorno una nuova truffa: il lato oscuro del Superbonus nei condomìni
Leggi l’approfondimento su Benvenuti in Condominio – Attualità e scopri l’altra faccia del Superbonus

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Redazione Benvenuti In Condominio-Ci hanno fregati tutti : la cronaca di un condominio caduto nella trappola del 110%