’è una scena che tutti, volenti o nolenti, abbiamo vissuto almeno una volta nel nostro condominio: l’assemblea di condominio. Davanti a una facciata da rifare o all’ennesimo zampetto sul pianerottolo, ciascuno si trasforma in attore d’eccezione, ma senza copione. Ecco allora che il regista spagnolo Santiago Requejo decide di girare un film su tutto questo: si chiama Votemos, in Italia “La riunione di condominio”, e racconta con ironia, verità e una buona dose di tensione — ciò che accade quando la convivenza entra in tribunale emotivo.
In un condominio spagnolo apparentemente anonimo, la riunione per decidere sull’installazione di un nuovo ascensore si trasforma in uno scontro tra generazioni, paure irrazionali e buon senso dimenticato. Da un lato c’è il tipico vecchio ex tassista con idee retrò, dall’altro i giovani che difendono valori moderni e l’ospitalità al vicino con fragilità mentale. Nel mezzo, gli spettatori-soci passivi, quelli che guardano col sorriso e sperano che tutto finisca in fretta.
Chi sono gli attori del nostro condominio-fedele
Immaginate di ambientare una scena simile in un nostro edificio:
- c’è il signor Rossi, quello che ha controllato la delibera millesimo per millesimo;
- c’è la signora Bianchi, con il trauma della precedente ristrutturazione mai conclusa;
- c’è il giovane smart worker, stanco del citofono rotto;
- c’è l’anziana con il collare di perle, che ascolta ma non parla mai… finché qualcuno non nomina la questione “animals/vidima dei gatti”.
Insomma, un microcosmo umano pronto allo show.
Ecco perché il film è un manuale di sopravvivenza condominiale
- Le riunioni dove si pensa di parlare di una cosa, ma finiscono a discutere tutt’altro.
Quando si parla di ascensore, si finisce a discutere di coinquilini, terremoti moralizzatori e teleriscaldamento. Quando si parla di cappotto termico, scoppia la guerra delle scelte estetiche. - Preconcetti che non servono a nulla. Nel film il vicino con disturbi mentali non è né un mostro né un eroe: è un uomo circondato da pregiudizi. Nel condominio reale, basta poco per essere considerati “quelli degli ospiti occasionali”.
- Gli spettatori passivi: quelli che votano tutto e alzano solo gli occhi dal telefonino quando si distribuiscono i verbali. Sono più numerosi dei protagonisti, ma spesso determinano l’esito finale. E sì, anche noi ne abbiamo uno.
- Il grotesque che diventa riflessione: il film mescola battute grottesche con momenti seri. La convivenza non è solo battaglia morale, ma strumento di crescita e inclusione.
Come prendere ispirazione (ma con responsabilità)
Il condominio medio può diventare un set simbolico. Non serve scrivere un copione: bastano in assemblea proposte concrete e un pizzico di autoironia.
Proposta: organizzare un incontro informale prima dell’assemblea vera, chiamato “Cena di pre-assemblea”, con piatti semplici in cortile, dove si parla di temi condominiali con tono leggero. Così ci si conosce, si sdrammatizza e si riducono gli scontri in riunione.
Se il film insegna qualcosa è che la polvere precipita su chi urla meno forte, mentre chi ascolta e dialoga trova più soluzioni. E poi, le battute più irresistibili spesso nascono da un silenzio che esplode.
In conclusione
Questo articolo non è un invito a imitare un film. Ma a capirne la lezione: quando il condominio diventa comunità che ride, probabilmente vive meglio.
E se una riunione sembrerà simile a una scena cinematografica, bene: che sia perlomeno una commedia divertente, con un finale condiviso.
Perché il diapason condominiale è fatto di voci diverse. Ma se si impara a intonarle insieme, possono suonare una sinfonia migliore.
Redazione Benvenuti in Condominio-La riunione più esilarante dell’anno: quando il condominio diventa una comedy tutta da vivere-