mercoledì, 23 luglio 2025

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Quando il fuoco bussa alla porta: cosa insegna l’incendio di via Maspero ai nostri condomìni

La notizia è arrivata rapida, come accade sempre quando la paura tocca le fondamenta della nostra vita quotidiana: un incendio nella notte, in via Maspero a Varese, ha costretto all’evacuazione di un intero condominio. Le fiamme si sono sviluppate nel locale contatori del seminterrato, fortunatamente senza provocare feriti, ma con pesanti conseguenze per lo stabile e per chi vi abita. È l’ennesimo episodio che ci ricorda quanto le emergenze in ambito condominiale non siano eventualità remote, ma rischi concreti con cui fare i conti — prima che sia troppo tardi.

Abbiamo deciso di partire da questo fatto di cronaca per affrontare, con rigore e chiarezza, un tema che dovrebbe stare al centro della vita di ogni condominio: la sicurezza antincendio. Quella vera, non solo sulla carta.

L’incendio: cronaca di una notte di paura

Il rogo è divampato poco prima delle 2 di notte, in un’ora in cui il silenzio dei condomìni dormienti si è trasformato in sirene, urla, luci lampeggianti. I vigili del fuoco, intervenuti prontamente, hanno evacuato l’intero stabile. Nessuna vittima, certo — ma la paura è rimasta addosso ai residenti, insieme all’odore acre di plastica e metallo bruciati.

A Varese, come in tantissime altre città italiane, gli stabili costruiti tra gli anni ’60 e ’80 non sono pensati per affrontare incendi con le normative e le sensibilità di oggi. Spesso impianti elettrici obsoleti, locali tecnici inadeguati, vie di fuga non controllate e mancanza di un piano di emergenza condiviso diventano, all’occorrenza, una trappola silenziosa.

Sicurezza antincendio in condominio: obblighi e responsabilità

Ma cosa dice la legge? E chi è responsabile della prevenzione?

In ambito condominiale, la normativa di riferimento è il D.M. 25 gennaio 2019, che ha aggiornato profondamente le regole tecniche di prevenzione incendi per gli edifici civili, distinguendo tre livelli di prestazione in base all’altezza degli edifici. A partire da 12 metri in su, scattano obblighi di sicurezza crescenti: impianti di rilevazione fumi, porte REI (resistenti al fuoco), illuminazione di emergenza, estintori a norma, planimetrie visibili, formazione degli occupanti.

Ma il cuore della questione è la figura dell’amministratore di condominio. È lui – o lei – che ha il compito di vigilare sulla sicurezza degli impianti comuni, predisporre le manutenzioni, convocare l’assemblea per deliberare eventuali adeguamenti, coinvolgere tecnici specializzati e tenere aggiornato il Fascicolo del Fabbricato (dove previsto). Non farlo significa esporsi a gravi responsabilità civili e, in caso di lesioni o decessi, anche penali.

“Tanto a noi non capita”: l’alibi più pericoloso

Il problema, purtroppo, è culturale. “Tanto a noi non capita” è la frase che più spesso blocca interventi di prevenzione. Troppi condomìni rimandano gli interventi per risparmiare, minimizzano i rischi, sottovalutano le segnalazioni dei professionisti. Anche perché in assemblea, si sa, il “non spendere” mette sempre tutti d’accordo. Almeno fino al giorno in cui le fiamme bruciano il pianerottolo.

E non è tutto. Un dato interessante emerso da recenti indagini del CNI (Consiglio Nazionale degli Ingegneri) mostra che oltre il 60% dei condomìni italiani non ha mai effettuato un controllo completo degli impianti elettrici comuni, né dispone di un piano di evacuazione interno. Questo significa che in caso di incendio, la confusione regna sovrana, e le probabilità di danni e panico aumentano esponenzialmente.

Cosa possono (e devono) fare i condomini

Senza voler suscitare allarmismi, è però il caso di indicare azioni concrete che ogni condominio dovrebbe mettere in atto:

  • Richiedere una verifica dello stato dell’impianto elettrico condominiale, a partire dal locale contatori;
  • Controllare la presenza e il funzionamento degli estintori, e verificarne la manutenzione almeno ogni sei mesi;
  • Verificare le vie di fuga e mantenerle libere da ingombri (non è solo buon senso, è un obbligo di legge);
  • Dotarsi di un piano di emergenza, con indicazioni su come evacuare lo stabile e chi contattare in caso di pericolo;
  • Coinvolgere un tecnico antincendio certificato, soprattutto negli stabili più alti di 24 metri, per la redazione di una valutazione dei rischi.

E soprattutto: parlarne in assemblea, con la stessa energia che si mette nel discutere delle tende o dei citofoni.

Un danno economico, oltre che umano

C’è poi una questione che in pochi sottolineano: un edificio con un evento come un incendio alle spalle perde valore immobiliare. La percezione di insicurezza, le ripercussioni assicurative, i lavori di ripristino, tutto incide su chi vorrebbe vendere o affittare. E chi risarcisce i danni psicologici di chi ha dovuto scappare di notte in pigiama con i figli in braccio?

Prevenire significa difendere anche il patrimonio immobiliare. Un condominio sicuro è anche un condominio attrattivo, stabile, vivibile. E questa è una responsabilità collettiva.

Conclusione: il fuoco non avvisa

L’incendio di via Maspero, a Varese, per fortuna non ha fatto vittime. Ma non possiamo aspettare che il prossimo abbia esiti peggiori per interrogarci. È tempo che la sicurezza diventi la vera priorità nelle assemblee di condominio. L’amministratore non può farlo da solo, ha bisogno del supporto di professionisti, ma anche della volontà dei condomini.

Come giornalisti, abbiamo il dovere di raccontare. Come cittadini, quello di agire. E se c’è una lezione da imparare, è che la sicurezza non è mai un lusso, ma un diritto. E un dovere.

Redazione