
Una lettura per voi
“Il Condominio“ (titolo originale “High-Rise”) è un romanzo scritto nel 1975 da James Graham Ballard (1930-2009), considerato uno dei più originali scrittori inglesi contemporanei, innovatore della letteratura fantascientifica e particolarmente concentrato sugli effetti che la modernità produce sulla psiche umana e sulla società. Il romanzo è ambientato in un condominio per quei tempi avveniristico, un grattacielo autosufficiente dotato di tutti i confort: piscine, negozi, scuole, giardini pensili. I suoi abitanti, provenienti da media e alta borghesia, dovrebbero vivere in armonia, protetti dal caos del mondo esterno, ma questo grattacielo londinese di vetro e cemento, alto quaranta piani e dotato di mille appartamenti, mentre garantirà l’isolamento ai residenti si dimostrerà incapace di difenderli. Il condominio è di per sé specchio della differenza delle classi sociali: i ceti di livello inferiore abitano i piani inferiori e man mano che si sale di piano aumenta il livello sociale degli abitanti e si acuiscono le differenze tra loro.
In questo romanzo distopico, si esplorano le dinamiche psicologiche in un contesto apparentemente ordinato ma in cui bastano pochi episodi (alcuni black out elettrici) a trasformare l’apparente ordine in una lotta per la sopravvivenza e il dominio, nella fine di ogni convivialità e civiltà. Le tensioni tra i diversi piani, che simboleggiano le classi sociali, sfociano velocemente in un’incontenibile e primordiale
violenza e, mentre l’ordine crolla, gli abitanti si abbandonano ad una regressione primitiva, trasformando il condominio in un campo di battaglia. Notiamo come temi principali il classismo e la disuguaglianza sociale, come situazioni difficili da combattere, un perennemente fragile equilibrio tra civiltà e barbarie, una critica alla modernità e all’isolamento urbano come veicoli che portano all’alienazione e al disgregamento tra le classi. Lo stile freddo e distaccato dell’autore e l’assenza di personaggi empatici contribuiscono ad evidenziare questo lato oscuro dell’umanità che appare non appena si rimuove lo strato superficiale di civiltà così faticosamente costruito nel corso dei secoli, offrendo una cupa riflessione sulla natura dell’essere umano e sulla fragilità del progresso. Il romanzo è stato pubblicato nella sua traduzione italiana da Feltrinelli nel 2003.