“C’è una raccomandata per te”: il giorno in cui il Fisco entra in condominio

È mattina, si apre la posta dello studio e… tra bollette, solleciti e verbali, compare una comunicazione dell’Agenzia delle Entrate intestata al condominio. Per molti amministratori inizia il batticuore: si tratta di un errore? Una dimenticanza? O il condominio ha davvero qualcosa da temere?

La verità è che un condominio può ricevere legittimamente cartelle esattoriali, accertamenti o segnalazioni da parte del fisco. Ecco cosa significa, quando succede e come va gestita la situazione.

Perché l’Agenzia delle Entrate scrive al condominio

Il condominio, pur non essendo un soggetto dotato di personalità giuridica piena, è a tutti gli effetti un sostituto d’imposta per alcune operazioni, ad esempio:

  • il pagamento dei compensi ai fornitori soggetti a ritenuta d’acconto (idraulici, elettricisti, tecnici, ecc.);
  • il versamento delle ritenute fiscali tramite modello F24;
  • la presentazione della Certificazione Unica (CU) e della dichiarazione 770;
  • la corretta compilazione del quadro AC della dichiarazione dei redditi (per comunicare i dati del condominio e dei fornitori).

Se qualcosa in questi passaggi non è stato fatto o è stato fatto in modo errato, l’Agenzia delle Entrate può inviare un avviso o una cartella esattoriale, chiedendo chiarimenti o il pagamento di sanzioni e interessi.

Il condominio ha sempre torto?

Assolutamente no. Ma l’Agenzia notifica comunque il condominio come primo interlocutore. In alcuni casi, si tratta di errori materiali, facilmente sanabili; in altri, invece, emerge una mancata trasmissione o un versamento omesso, magari per disattenzione o per inadempienza del precedente amministratore.

La responsabilità, quindi, non è automatica, ma va ricostruita caso per caso. Ed è qui che entra in gioco il ruolo fondamentale dell’amministratore, che deve:

  • verificare con il commercialista e/o il consulente fiscale cosa è stato effettivamente fatto;
  • rispondere nei termini indicati nella comunicazione;
  • eventualmente proporre un ricorso o richiedere l’annullamento in autotutela, se sussistono le condizioni;
  • informare tempestivamente i condòmini, convocando un’assemblea se la cifra è rilevante.

E se la comunicazione riguarda un fornitore non in regola?

Sempre più spesso, l’Agenzia delle Entrate invia al condominio segnalazioni relative ai fornitori, ad esempio:

  • soggetti con partita IVA cessata o irregolare;
  • mancanza di adempimenti fiscali a loro carico;
  • incongruenze tra quanto dichiarato dal condominio e quanto risulta al fisco.

In questi casi, l’amministratore viene invitato a fornire chiarimenti o a esibire documentazione, ma non sempre il condominio è direttamente responsabile.

Tuttavia, attenzione: se il condominio ha effettuato un pagamento senza le dovute ritenute o a un soggetto non abilitato, può essere chiamato a rispondere in solido per gli importi non versati, le sanzioni e gli interessi.

Responsabilità dell’amministratore: prevenire è meglio che pagare

La scelta e la gestione dei fornitori non è solo una questione di prezzo o qualità del servizio. È anche – e soprattutto – una questione fiscale e documentale.

L’amministratore ha il dovere di:

  • verificare lo stato fiscale del fornitore, chiedendo DURC, visura camerale e certificati di regolarità;
  • effettuare correttamente le ritenute d’acconto e i versamenti F24;
  • trasmettere nei tempi le certificazioni fiscali e i modelli dichiarativi previsti;
  • conservare tutta la documentazione utile a tutelare il condominio da eventuali contestazioni.

Cosa fare quando arriva una cartella

  1. Non ignorarla: anche una semplice comunicazione può diventare una sanzione se non si risponde nei tempi.
  2. Verificare il contenuto con un consulente fiscale.
  3. Contattare il fornitore interessato, se la comunicazione riguarda lui.
  4. Informare i condòmini, soprattutto se saranno necessarie spese straordinarie.
  5. Agire con tempestività: ogni giorno perso può comportare interessi aggiuntivi.

Quando il condominio riceve posta dal fisco, non è sempre un errore né necessariamente una colpa. Ma è sempre una responsabilità da gestire con competenza e trasparenza. E come sempre, più il condominio è organizzato, documentato e attento in fase di selezione e gestione dei fornitori, meno rischi corre in futuro.