mercoledì, 6 agosto 2025

ULTIMI ARTICOLI

Quando la casa brucia due volte: se l’onorevole avesse ragione?

Incendi, degrado e silenzi: il condominio medio e le case popolari tra pericoli reali e responsabilità assenti

Succede sempre così. All’inizio c’è solo odore. Un odore strano, acre, che si insinua tra i piani del condominio, risale le scale, entra sotto le porte. Qualcuno pensa sia la solita cena etnica andata male, altri parlano di fumo da camino, nonostante siamo ad agosto. Poi l’odore diventa fumo vero. Il fumo diventa fiamma. La fiamma diventa panico.

Il problema è che in certi quartieri, in certi condomini, queste scene non sono più un’eccezione. Sono diventate il racconto ciclico di un malessere più profondo. Perché non è solo un quadro elettrico a bruciare. Non è solo una bombola a gas lasciata incustodita. È la struttura intera che cede. La fiducia. L’idea stessa di avere un tetto sicuro sopra la testa.

In molte città italiane, ci sono edifici che vivono sul filo del collasso. E non si parla solo di vecchie case Aler abbandonate a se stesse. Anche i condomini medi, quelli dove vive la maggior parte della gente, rischiano ogni giorno per colpa di impianti obsoleti, manutenzioni rinviate, assemblee disertate, amministratori assenti e residenti rassegnati.

Ciò che brucia, in fondo, è la responsabilità.

Una signora racconta di aver segnalato più volte il quadro elettrico traballante all’amministratore, ma non ha mai ottenuto risposta. In un altro edificio, l’ascensore è fermo da mesi, ma è l’unico mezzo per uscire per un anziano al terzo piano. In un complesso di case popolari, interi corridoi sono diventati discariche condominiali, dove basta una scintilla per provocare una tragedia. La scintilla, puntualmente, arriva.

E allora si cercano i colpevoli. Si chiede dove siano i controlli. Dove siano i fondi. Dove siano le leggi. La verità è che le leggi ci sono, ma spesso vengono usate come schermo. I fondi ci sarebbero, ma evaporano nei meandri delle gare deserte e degli appalti infiniti. E i controlli, a volte, ci sono solo sulla carta.

Ecco perché l’interrogativo che molti si pongono è: e se davvero chi denuncia queste falle avesse ragione? Se ci fosse, in questa paralisi collettiva, una verità scomoda? E se l’emergenza non fosse solo una questione tecnica, ma una malattia sociale?

Nei condomini medi, la sicurezza è spesso considerata un lusso. L’assemblea discute mesi per approvare una spesa minima, salvo poi ritrovarsi a piangere i danni di un corto circuito. I condomini si dividono in fazioni: chi dice “non tocca a me”, chi “non è urgente”, chi “ci penserà qualcun altro”. Ma il fuoco non fa distinzioni tra quote millesimali.

Eppure, basterebbe poco per prevenire. Una verifica agli impianti, un aggiornamento agli estintori, una pulizia dei vani tecnici. Interventi basilari. Eppure troppo spesso trascurati. Perché il condominio è lo specchio della società: quando tutti pensano che sia un problema altrui, nessuno interviene.

Nelle case popolari, poi, la situazione è ancora più esplosiva. Lì la manutenzione è spesso inesistente, i fondi arrivano a intermittenza, le famiglie vivono in condizioni ai limiti della dignità. E ogni incendio è solo l’ultima pagina di un romanzo che racconta abbandono, povertà, disuguaglianza.

Ma attenzione: credere che questa sia una questione ristretta alle “periferie difficili” è un errore. Il degrado si diffonde silenzioso, come una muffa. Anche i condomini che appaiono tranquilli possono nascondere impianti fatiscenti, scale senza luci d’emergenza, locali tecnici accessibili a chiunque. Non serve molto per trasformare una palazzina in una trappola.

La verità è che abbiamo bisogno di una nuova cultura della sicurezza domestica e condominiale. Una cultura che parta dal basso, dai cittadini. Ma che trovi ascolto in alto. Servono leggi che non siano solo scritte bene, ma anche applicate. Servono amministratori che non siano solo burocrati, ma anche sentinelle. E servono condomini che tornino a essere comunità.

E forse, serve anche un po’ di coraggio. Il coraggio di dire che qualcosa non va. Di denunciare. Di chiedere. Di pretendere. Anche quando sembra inutile. Perché ogni piccolo gesto di attenzione può fare la differenza.

Perché la casa brucia due volte. La prima, quando le fiamme divorano pareti e mobili. La seconda, quando dopo, non cambia nulla.

E allora, la domanda resta: se chi denuncia tutto questo avesse ragione, noi, cosa stiamo aspettando per agire?

Redazione Benvenuti in Condominio-Quando la casa brucia due volte: se l’onorevole avesse ragione?