Dimenticate le fiction del prime time: il vero spettacolo va in scena tra scale, pianerottoli e portoni socchiusi. A Ponte nelle Alpi, un marito rientra a sorpresa e trova la moglie con un amico. Un classico del repertorio coniugale, ma qui con scenografia condominiale: urla, piatti che tremano e, come in ogni puntata che si rispetti, spunta pure un coltello da cucina.
Il copione è noto: il marito furioso, l’amante improvvisato acrobata verso l’uscita, i vicini con l’orecchio teso dietro la porta. Finale? Sirene della polizia che chiudono il sipario. Nessun ferito, se non l’orgoglio (e la reputazione, inevitabilmente già “condominializzata”).
È la prova che le passioni italiane non conoscono isolamento acustico. Un litigio privato può diventare il trending topic del palazzo in pochi minuti, molto più rapido del Wi-Fi condominiale. E mentre i protagonisti dovranno vedersela con leggi e rancori, i vicini hanno già pronto il commento da bar: “te l’avevo detto che c’era qualcosa che non quadrava”.
In fondo, più che un luogo dove si divide un tetto, il condominio è la soap che nessuno ha chiesto ma tutti guardano: gratis, ogni giorno, a volume fin troppo alto.
Redazione